Papa Francesco, seppur a distanza, non ha voluto mancare all’appuntamento mandando un toccante messaggio al Festival dell’Amicizia tra i Popoli in corso a Rimini: “A volte sembra che la storia abbia voltato le spalle a questo sguardo di Cristo sull’uomo. È questo l’aspetto più penoso dell’esperienza di tanti che hanno vissuto la solitudine durante la pandemia o che hanno dovuto abbandonare tutto per sfuggire alla violenza della guerra”, è l’intensa frase con riferimento alla guerra in Ucraina riportata nella missiva inviata a firma del segretario di Stato vaticano cardinale Pietro Parolin che riporta le parole del pontefice.

Sempre con un chiaro riferimento alla guerra in Ucraina Papa Francesco nel suo messaggio si sofferma sui passi indietro che sta facendo l’umanità, sottolineando come debba riscoprirsi il valore della solidarietà tra i popoli: “Nello scontro di tutti contro tutti, dove gli egoismi e gli interessi di parte sembrano dettare l’agenda nella vita dei singoli e delle nazioni, come è possibile guardare chi ci sta accanto come un bene da rispettare, custodire e curare? Come è possibile colmare la distanza che separa gli uni dagli altri? La pandemia e la guerra sembrano avere allargato il fossato, facendo arretrare il cammino verso un’umanità più unita e solidale”.

Papa Francesco e il messaggio contro chi dà lezioni da un balcone

Quanto bisogno hanno gli uomini e le donne del nostro tempo di incontrare persone che non impartiscano lezioni dal balcone, ma scendano in strada per condividere la fatica quotidiana del vivere, sostenute da una speranza affidabile!”, è un’altra delle frasi più forti di Papa Francesco contenute nel messaggio inviato al Festival dell’Amicizia tra i Popoli di Rimini. È necessario, si legge ancora, “un abbraccio che abbatte i muri e va incontro all’altro nella consapevolezza di quanto vale ogni singola concreta persona, in qualunque situazione si trovi. Un amore all’altro per quello che è: creatura di Dio, fatta a sua immagine e somiglianza, dunque dotata di una dignità intangibile, di cui nessuno può disporre o, peggio, abusare”.

“È questa amicizia sociale che, come credenti, siamo invitati ad alimentare con la nostra testimonianza”, prosegue Papa Francesco nel messaggio, “La comunità evangelizzatrice si mette mediante opere e gesti nella vita quotidiana degli altri, accorcia le distanze, si abbassa fino all’umiliazione se è necessario, e assume la vita umana, toccando la carne sofferente di Cristo nel popolo”.

Il Pontefice insiste nel chiamare “I cristiani a questo compito storico, per il bene di tutti, nella certezza che la fonte della dignità di ogni essere umano e la possibilità di una fraternità universale è il Vangelo di Gesù incarnato nella vita della comunità cristiana. Se la musica del Vangelo smette di vibrare nelle nostre viscere, avremo perso la gioia che scaturisce dalla compassione, la tenerezza che nasce dalla fiducia, la capacità della riconciliazione che trova la sua fonte nel saperci sempre perdonati-inviati. Se la musica del Vangelo smette di suonare nelle nostre case, nelle nostre piazze, nei luoghi di lavoro, nella politica e nell’economia, avremo spento la melodia che ci provocava a lottare per la dignità di ogni uomo e donna“, conclude poi la nota di Papa Francesco.