Inappellabilità assoluzione

Inappellabilità assoluzione. Silvio Berlusconi rilancia l’inappellabiltà delle sentenze di assoluzione, proposta che ha riacceso l’antico scontro sulla giustizia, ed è stata bocciata dall’Associazione nazionale magistrati, mentre ha trovato il favore dei penalisti. Francesco Paolo Sisto, sottosegretario alla Giustizia e deputato di Forza Italia, è intervenuto sul tema ai microfoni della trasmissione “Fino a qui tutto bene”, condotta dal direttore Gianluca Fabi su Radio Cusano Campus:

“Qualcosa di utile e di importante in questa campagna elettorale bisogna dirlo. Bisogna fare proposte chiare. Berlusconi come al solito ha il coraggio di dire le cose come stanno. Questa è una vecchia proposta. La Corte Costituzionale si è espressa sul tema nel 2006 quindi ne è passata di acqua sotto i ponti. C’è un principio nel nostro processo che è quello del ragionevole dubbio, è evidente che se io sono stato assolto in primo grado o in appello non ci si può appellare a quella sentenza proprio per quel ragionevole dubbio. Il tempo cambia le cose. Oltretutto questo porterebbe più fiducia del cittadino nei confronti della giustizia. Questo eviterebbe anche la personalizzazione del processo. Senza dire che questo darebbe più rapidità ai processi, anche questo è un passaggio che non può essere ignorato. Le assoluzioni saranno molto più meditate sapendo che non si potranno impugnare. Il processo tende ad accertare la verità processuale, non tende a condannare. Meglio un colpevole che non venga condannato piuttosto che un innocente che viene condannato. Il processo non è un’esercitazione bellica, se non entriamo in questa logica scambiamo il processo in un procedimento di punizione di un colpevole”.

Diritto di buona fama

Sisto si è espresso anche sulla proposta del diritto di buona fama nel programma di Forza Italia:

“Il processo mediatico non si può sovrapporre a quello delle aule giudiziarie. L’articolo 21 della Costituzione deve essere valorizzato e protetto, ma va sintonizzato alle altre norme della Costituzione. Il diritto alla buona fama è la necessità di evitare che ci siano delle tracimazioni che devastino una persona ancora prima che venga svolto il processo. Si tratta solo di appplicare la Costituzione”.