È stata aperta la camera ardente per permettere ad amici, parenti ed estimatori di dare l’ultimo saluto a Piero Angela, il grande divulgatore scientifico scomparso sabato scorso a 93 anni: durante la cerimonia è intervenuto il figlio Alberto, che ha intrapreso le orme del padre per continuare a migliorare il bagaglio culturale degli italiani tramite i suoi programmi.

Alberto Angela ricorda suo padre: “Se ne è andato soddisfatto”

Nella camera ardente allestita nella sala della Promoteca del Capidoglio, Alberto ha preso la parola per ricorda suo padre Piero Angela. Nel suo intervento, il conduttore televisivo ricorda gli ultimi giorni di suo padre, caratterizzati da una serenità che lo ha stupito:

“Ho avuto la sensazione di avere Leonardo da Vinci in casa, che dava la risposta giusta sempre con una capacità di sintesi e analisi in modo pacato. Lui amava ripetere un aforisma di Leonardo da Vinci: ‘Siccome una giornata ben spesa dà lieto dormire così una vita ben usata dà lieto morire’. L’ultima cosa che fisicamente che ha detto, il comunicato, con poche forze, l’abbiamo raccolta io e mia sorella e trascritta. Era come se parlasse agli amici, si è rivolto al suo pubblico, a chi lo ha amato. Ci ha insegnato tante cose, con libri e trasmissioni, ma anche con l’esempio: negli ultimi giorni mi ha insegnato a non aver paura della morte. La sua serenità mi ha davvero colpito. Se ne è andato soddisfatto, come quando ci si alza dopo una cena con gli amici: mio padre è riuscito sempre a unire pur mantenendo le sue opinioni. In questi giorni ci hanno sorpreso messaggi, articoli, pieni non dolore ma di amore, un sentimento che rimane e che si trasforma in valore. E i valori sono eterni”

L’eredità che ci lascia il divulgatore scientifico

Per ricordare suo padre Piero, Alberto Angela conclude così il suo intervento:

“Sembrava riservato ma dentro aveva un fuoco. Continuerà a vivere attraverso libri, trasmissioni e dischi e in tutti quei ragazzi che con sacrificio cercano l’eccellenza, nei ricercatori, nelle persone che cercano di unire, che cercano la bellezza della natura e di assaporare la vita. La sua è una eredità non fisica ma di atteggiamento nella vita. Ci ha detto di fare la nostra parte, e anche io ora cercherò di fare la mia”

Anche Renzo Arbore ha voluto ricordare il suo grande amico con queste parole, dopo aver vissuto i primi anni di televisione insieme a lui e accumunati dalla passione per la musica. Questo il commento di fronte ai giornalisti:

Piero nel 1976 fu il primo conduttore del Tg 2 che era appena nato. Prima c’erano gli annunciatori: lui era un giornalista, divenne il primo anchorman. Aveva stile anche quando leggeva le notizie. Musica? Era bravissimo. Abbiamo fatto delle jam session insieme, per i 40 anni di Superquark abbiamo suonato insieme a Franco Cerri As time goes by. Piero al piano era formidabile.

La camera ardente sarà accessibile fino alle ore 19 di oggi per prestare l’ultimo saluto ad uno dei divulgatori italiani più importanti del paese.