Fino all’ultimo indizio (The Little Things) è un vero e proprio fenomeno dell’estate italiana: la pellicola, che vede tra i nomi dei suoi attori Jared Leto, Denzel Washington e Rami Malek, è tra i titoli più visti degli italiani, dopo una lunga e travagliata produzione. Si tratta di una vera e propria sorpresa, considerando che, nonostante il cast eccezionale del film diretto da John Lee Hancock, l’estate è sempre stata considerata come una stagione leggera, in cui gli spettatori preferiscono le storie disimpegnate, in cui la levità è desiderio semplice di godersi la stagione più giovane, quella che corre e si consuma sotto le fiamme del sole, prima di lasciare spazio al grigiore di settembre e alle sue piogge odorose.

Fino all'ultimo indizio

Fino all’ultimo indizio trama, atmosfera

Al contrario, non vi è levita in Fino all’ultimo indizio, né si intravedono quei temi che tanto sono cari al pubblico nella stagione estiva: non appaiono, infatti, le spiagge pallide e affollate, né il luccichio del mare o le risate di un amore appena sbocciato. Al centro della pellicola ci sono soltanto omicidi, ossessioni e oscuri ricordi, che si fanno strada su una tela dipinta dal Male più turpe. Quando l’arazzo dell’intreccio si snoda per un fitto viavai di colpi di scena, l’incertezza si fa più decisa e non rimane che la contaminazione, un miasma che finisce per infettare quanti non si siano tenuti a debita distanza dalle ferite non cauterizzate, pronte a fiorire di un marciume purulento. E, nel momento in cui il ritmo si fa più veloce e serrato, inizia la tortura per gli spettatori, costretti a vedere il tempo muoversi con più lentezza, tanto da condurre all’esasperazione.

Il titolo americano “The little things” si riferisce proprio ai dettagli, che sono necessari, pur di riuscire a ricostruire con precisione la dinamica di un omicidio, il modus operandi di un killer, che sembra essersi risvegliato misteriosamente. Tra sospetti e sorprese, tra brillanti interpretazioni e una narrazione sopraffina, non stupisce che un titolo come Fino all’ultimo indizio sia riuscito a catturare lo sguardo degli italiani.

(Puoi guardare il trailer del film qui)

Qualcosa in più sulla produzione

Il film Fino all’ultimo indizio ha avuto una lunghissima gestazione, inziata ben trent’anni fa: la prima bozza del film è stata scritta nel 1993 per essere diretta da Steven Spielberg, ma questi rifiutò di partecipare al progetto, perché riteneva la trama troppo oscura. Successivamente, vennero chiamati Clint Eastwood, Warren Beatty e Danny DeVito, prima che John Lee Hancock decidesse di essere lui stesso il regista della sua opera. John Lee Hancock, infatti, è stato regista, sceneggiatore, autore del soggetto e produttore (insieme a Mark Johnson), mentre tra i produttori esecutivi si scorgono i nomi di Mike Drake e Kevin McCormick.

Le riprese del film sono iniziate il 2 settembre 2019 a Los Angeles e sono terminate alla fine dello stesso anno, tuttavia il film ha visto la luce nel 2021, aggiudicandosi alcuni dei migliori incassi in sala dall’inizio della pandemia (4,8 milioni di dollari). In Italia è arrivato in noleggio sulle principali piattaforme di streaming a partire dal 5 marzo 2021, ma è solo dal 5 agosto che si trova su Netflix, momento in cui ha iniziato a diventare un vero e proprio fenomeno estivo italiano.

Ma non è l’unico prodotto più dark ad aver attirato l’occhio del pubblico quest’estate, perché la serie più popolare di agosto, dopo il grandissimo successo della serie più horror di Stranger Things, è Sandman, trasposizione in serie tv del celeberrimo fumetto di Neil Gaiman, targato DC Comics. La serie conduce gli spettatori nei reami del sonno, in cui deve essere riportato l’ordine. Qui su TAG24 abbiamo scritto un articolo al riguardo.

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