Per scalare il Monte Bianco sul versante francese bisogna pagare una cauzione. È quanto chiede il sindaco di Saint-Gervais, che propone che si versino 15 mila euro, di cui 10 mila per il “costo medio dei soccorsi” e 5 mila per “le spese di sepoltura”.


Attirati dal Monte Bianco, la montagna più alta d’Europa, sono in tanti anche quest’anno a tentare durante il periodo estivo di raggiungere la vetta a 4.810 metri d’altezza. Ma, come nelle passate stagioni, torna la polemica sugli alpinisti improvvisati, su persone che si avventurano verso l’alta quota senza un’adeguata preparazione fisica e tecnica oppure senza rivolgersi alle guide alpine esperte, finendo poi per dover essere soccorsi perché non in grado di affrontare le difficoltà dell’ambiente o la stanchezza, oppure addirittura dover far recuperare la propria salma.

In entrambi i casi, stavolta, il sindaco francese Jean-Marc Peillex di Saint-Gervais, su cui si trova la via normale di salita alla vetta chiede a chi intende scalare il Monte Bianco di versare prima una cauzione di 15 mila euro di cui 10 mila per l’eventuale soccorso e recupero in elicottero e 5 mila euro per l’eventuale sepoltura.  

Tutta colpa di decine di “pseudo alpinisti” che fanno orecchie da mercante davanti alla raccomandazione di non scalare il Monte Bianco lungo la via normale francese dal rifugio del Gouter, perché si tratta di una zona molto pericolosa e ci sono state, anche di recente, importanti cadute di pietre legate alla siccità che stanno interessando il versante ormai da giorni a causa delle alte temperature.

Monte Bianco cauzione: le parole del sindaco

Il sindaco Peillex ce l’ha con “i pazzi candidati alla morte che vogliono salire in vetta al Monte Bianco”, nonostante l’itinerario sia sconsigliato tassativamente anche dalle guide alpine. È proprio per loro che ha deciso di emettere questa ordinanza choc. “Una cinquantina alla fine di luglio», ha scritto in una nota ufficiale, “si sono divertiti a tentare l’ultimo gioco alla moda, la roulette russa!”.

“È inaccettabile scrive il sindaco, che sia il contribuente francese a pagare questi costi”. Peillex da settimane invita gli alpinisti a non scalare il Monte Bianco perché si rischia di morire e chiede a tutti di riprogrammare le attività in un altro periodo. L’hanno ascoltato però solo in pochi, dunque ecco spiegato il perché di questa decisione così estrema.

Nel messaggio che invitava gli amanti della montagna a non scalare il Monte Bianco si legge:

“A causa delle condizioni climatiche eccezionali attuali la prefettura dell’Alta Savoia e il comune di Saint-Gervais a causa della siccità che interessano il nostro dipartimento da diverse settimane e delle importanti cadute di pietre verificate lungo la via normale di ascesa alla cima del Monte Bianco raccomanda agli alpinisti intenzionati a questa ascensione di posticiparla momentaneamente. Le società delle guide alpine di Saint-Gervais e di Chamonix-Mont-Blanc si sono accordate per sospendere temporaneamente l’ascensione da questa via. Questa saggia decisione va accolta favorevolmente”.

Ad oggi, viene riportato nel sito del Comune, sono stati circa una cinquantina gli “pseudo-alpinisti” che hanno rischiato la propria vita. Il 30 Luglio, viene sempre riportato nel comunicato, alcune persone hanno voluto tentare la scalata in pantaloncini e scarpe da ginnastica. “Dall’elicottero, siamo stati costretti a dire a queste persone di tornare indietro”. La prudenza in montagna è questione di vita o di morte.

La siccità rende la montagna pericolosa

Il rifugio Gonella a Courmayeur ha dovuto anche chiudere in anticipo la stagione per mancanza d’acqua. Il sindaco francese lotta da anni per un regolamentare accesso ad un itinerario battuto da 25 mila scalatori ogni stagione ma la situazione non accenna a cambiare. Nel tempo ha denunciato situazioni di ogni tipo, atti di inciviltà, casi di sovra frequentazione, alpinisti più o meno improvvisati diretti alla vetta anche con bambini di cinque o sei anni al seguito.

Il pericolo principale lungo la salita si trova al “Couloir du Gouter”, ogni estate infatti, su questo canalone a 3.350 metri di quota piovono scariche di sassi che sono impossibili da prevedere, ancor di più in un periodo di ondate di caldo record come questa.

Visti i cambiamenti climatici in atto, Peillex propone di destagionalizzare la montagna, anticipando l’apertura e posticipando la chiusura degli impianti di risalita. Un modo per poter affrontare le ascese prima e dopo le ondate di caldo. Parallelamente, durante i periodi di canicola, alcuni impianti dovrebbero restare chiusi in modo da scoraggiare salite ad alto rischio.