Che quella degli italiani per la cucina sia una passione che negli ultimi tempi ha trovato sempre maggiori riscontri è ormai risaputo. Ma nel lungo percorso di formazione verso il commensale perfetto ci sono alcuni passaggi che vanno tenuti in considerazione. Per primo il fattore tempo. Come stare a tavola quindi? Ci si siede con calma, assaporando con attenzione ogni cibo e dare, così, al corpo il giusto tempo per assimilarlo. 

Dimenticarsi della frenesia contemporanea

Quello della tavola è un vero e proprio rito che, proprio per questo, ha bisogno dei suoi tempi. Una ricerca dell’Università Federico II di Napoli suggerisce che il tempo minimo da dedicare al pasto è di almeno venti minuti. Così il metabolismo ha modo di fare il suo corso, si tiene sotto controllo l’apporto calorico e, di conseguenza, anche il peso.

Come stare a tavola: almeno venti minuti

Lo studio dell’università partenopea ha dimostrato che in chi consuma i pasti in meno di venti minuti raddoppiano le possibilità di avere il colesterolo alto. Anche la qualità del cibo ha un rapporto importante con il tempo di masticazione e di ingestione. I cibi ultra-processati, come gli insaccati per esempio, sono quelli che si mangiano in minor tempo e danno un forte apporto calorico. Proprio per questo non ci consentono una pausa pranzo rilassante e di lunga durata. Mangiando di fretta si mangia di più, ci si controlla meno e aumentano i rischi di disfunzioni. La soluzione è solo una se si pensa a come stare a tavola: almeno per venti minuti, in un ambiente rilassante, dandoci il tempo di assaporare i cibi, masticando lungamente.