Papa Francesco è tornato oggi dal viaggio in Canada, un viaggio che ha messo a dura prova le condizioni fisiche del Pontefice: in questi giorni Francesco ha pensato anche alla possibilità di rinunciare al ruolo di vescovo di Roma, affermando che quella del ritiro è una possibilità ma che per ora non ci ha pensato più di tanto. Il Papa inoltre chiede alle forze politiche responsabilità per affrontare la situazione in cui l’Italia si trova.

Papa Francesco: “Potrei ritirarmi, se il Signore lo chiede lo farò”

Il viaggio in Canada era molto importante per Papa Francesco, tanto da sopportare le sofferenze fisiche che lo affliggono da qualche tempo, soprattutto il problema al ginocchio che non gli dà tregua da tempo:

“Anche questo viaggio è stato un po’ il test. Ed è vero che non si può fare viaggi in questo stato. Devo forse cambiare un po’ lo stile, diminuire, pagare i debiti dei viaggi che ancora devo fare. Risistemare. Ma sarà il Signore a dirlo, la porta è aperta, questo è vero. Credo che devo limitarmi un po’ con questi sforzi. L’intervento chirurgico al ginocchio non va. Nel mio caso i tecnici dicono di sì, ma c’è il problema dell’anestesia che ho subito 10 mesi fa, sei ore di anestesia e ancora ci sono le tracce. Non si gioca, non si scherza con l’anestesia e per questo si pensa che non è del tutto conveniente. Ma io cercherò di continuare a fare dei viaggi ed essere vicino alla gente, perché credo che è un modo di servire. La vicinanza. Ma più di questo non mi viene di dire. Speriamo”

Un viaggio che ha dato molto da pensare al Pontefice e non ha escluso la possibilità di rinunciare al ruolo di Vescovo di Roma, come spiega ai microfoni dei giornalisti:

“Sì potrei ritirarmi, è una vocazione: che il Signore dica. Il gesuita cerca di fare la volontà del Signore. Anche il Papa gesuita deve fare lo stesso. Quando il Signore parla, se il Signore ti dice vai avanti, tu vai avanti, se il Signore ti dice vai all’angolo, te ne vai all’angolo. Ma è il Signore che comanda. Quindi quello che il Signore dica. Il Signore può dire dimettiti. È il Signore che comanda: non credo che io possa andare con lo stesso ritmo dei viaggi di prima e, inoltre, credo che alla mia età e con questa limitazione devo risparmiare un po’ per poter servire la Chiesa. O al contrario pensare alla possibilità di farmi da parte. Non è una catastrofe, no. Si può cambiare Papa. Si può cambiare, non c’è problema. Se ho mai pensato a ritirarmi? La porta è aperta ed è una delle opzioni normali, ma fino a oggi non ho bussato a quella porta. Non ho sentito di pensare a questa possibilità. Questo non vuol dire che dopodomani comincio a pensarci, ma in questo momento sinceramente no”

Il Pontefice sul suo successore e l’appello ai politici: “Siate responsabili”

In caso di un suo ritiro bisognerà trovare un suo successore, con Papa Francesco che – per questa scelta – si affida allo Spirito Santo:

“Questo è lavoro dello Spirito Santo. Io non oserei mai pensare. Ma lo Spirito Santo questo lo sa fare meglio di me e meglio di tutti noi . Perché ispiri le decisioni del Papa, sempre ispira, perché è vivo nella Chiesa. Non si può concepire la Chiesa senza lo Spirito Santo. Ed è colui che fa le differenze, anche fa il chiasso, pensa alla mattina di Pentecoste, ma poi fa l’armonia. Ed è importante parlare dell’armonia, più di unità, unità ma armonia, non una cosa fissa, Lo Spirito Santo produce un’armonia che è progressiva, che va avanti”

Infine un appello ai politici, con il Pontefice che chiede loro responsabilità in questo momento delicato per le sorti del nostro Paese:

“Responsabilità, responsabilità civica. Prima di tutto io non voglio immischiarmi nella politica interna italiana. Secondo, nessuno può dire che il presidente Draghi non fosse un uomo di alta qualità internazionale. Ed è stato presidente della Banca, una buona carriera, diciamo così. Ma poi, io ho fatto una domanda soltanto a uno dei miei collaboratori. Dimmi: quanti governi ha avuto l’Italia in questo secolo? Mi ha detto: 20. Questa è la mia risposta”

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