Le parole della Capogruppo al Senato Mariolina Castellone hanno lasciato tutto aperto, e sono state la riprova che la situazione è ancora lungi da definirsi. All’interno del Movimento 5 Stelle, infatti, continua a tenere banco il tema relativo alla regola del secondo mandato. Non mancano i big pentastellati che rischiano di restare esclusi (Vito Crimi e Roberto Fico su tutti) ragione per cui il Presidente Giuseppe Conte ancora non se la sente di escludere l’eliminazione della regola in questione. Questo, e tante altre piaghe interne, si celava dietro il “Vedremo” della Senatrice campana.

Regola del secondo mandato: la situazione

Istituito per fare in modo di scongiurare la venalità in politica, il doppio mandato è da sempre un aspetto caratterizzante della policy grillina. Proprio lui, Beppe Grillo, il garante del partito, ne starebbe ribadendo a gran voce la sacralità. Nella serata di ieri, tra l’altro, sono circolati rumors di presunte frizioni tra Conte e Grillo. La ragione, neanche a dirlo, è proprio la regola del secondo mandato. L’Adnkronos, nel ricostruire il presunto litigio interno, scrive di un un aut aut consegnato, da Grillo, nelle mani del Presidente del M5s: la regola del secondo mandato resta, altrimenti me ne vado.

La smentita di Conte

A smorzare i toni ci ha pensato Giuseppe Conte: Tra me e Beppe Grillo – riporta l’AGI – non c’è stata nessuna telefonata ieri sera e quindi nessun aut aut. Smentisco categoricamente tutte le indiscrezioni in merito. Abbiamo di fronte una grande battaglia da combattere tutti insieme per il Paese, guardiamo uniti nella stessa direzione”. Aut aut oppure no, l’argomento rimane caldo e dibattuto all’interno delle fronde pentastellate. A due mesi dalle elezioni politiche, la matassa appare ancora tutta da sciogliere. Una cosa è però evidente: se Beppe Grillo appare piuttosto convinto sulla necessità di mantenere viva la regola, Giuseppe Conte continua a lanciare la palla in avanti. La posizione dell’ex Premier, che nel suo intervento negli studi Filorosso si è limitato a dichiarare che la regola “Non è un diktat“, non è ancora del tutto chiara.