I vitalizi parlamentari, le pensioni degli onorevoli e dei senatori, sono salvi e garantiti malgrado la caduta del governo e lo scioglimento delle Camere. Ora si può tranquillamente andare ad elezioni anticipate.

Crisi di governo per tutti ma senza dramma per i parlamentari al primo mandato che ormai, accertati i tempi delle prossime elezioni vedono i propri vitalizi parlamentari salviUn diritto, quello ai vitalizi, che con il voto fissato al 25 Settembre maturerà con un margine di qualche giorno. 

Si tratta infatti, del raggiungimento dei fatidici 4 anni, 6 mesi e 1 giorno di permanenza in Parlamento, il periodo entro cui deputati e senatori eletti per la prima volta arrivano alla soglia per andare in pensione al compimento dei 65 anni con i contributi versati come parlamentari.

E per questa legislatura la data di salvataggio è fissata il prossimo 24 Settembre, un traguardo che riguarda 427 deputati e 234 senatori al primo mandato. In pratica oltre due terzi dell’attuale Parlamento, il 68% dei deputati e il 73% dei senatori in carica. Per quanto riguarda le Camere che sono state appena sciolte, la Costituzione all’articolo 61, secondo comma, stabilisce che “le elezioni delle nuove Camere hanno luogo entro 70 giorni dalla fine delle precedenti. La prima riunione ha luogo non oltre il 20esimo giorno dalle elezioni e finché non siano riunite le nuove Camere sono prorogati i poteri delle precedenti”.

Infatti, queste possono continuare ad esaminare eventuali decreti urgenti emanati nel frattempo dal Governo o altri atti necessari come i decreti legislativi di attuazione delle deleghe. Quindi, con lo scioglimento delle Camere deciso ieri 21 Luglio dal Presidente della Repubblica, Mattarella, i 70 giorni entro cui devono avvenire le elezioni hanno come limite il 30 Settembre.

Nel conteggio per organizzare le nuove elezioni vanno poi considerati i tempi tecnici per la presentazione delle liste, che sono di almeno 45 giorni prima del voto per quelle nazionali e 60 giorni per quelle degli italiani all’estero. Quindi la prima finestra utile per il voto, tra i 60 giorni per le liste e i 70 giorni entro cui effettivamente farle fissa come prima data possibile il 20 Settembre che però è un Martedì.

E di conseguenza il 25 Settembre è la prima Domenica in cui possono essere organizzate le elezioni, quindi esattamente un giorno dopo la data di salvataggio dei vitalizi. Ma anche se si fossero tirati al massimo i tempi, scegliendo di votare nel primo giorno utile di Martedì 20 Settembre oppure ipotizzando di anticipare a Domenica 18 Settembre sarebbe comunque stata impossibile una riunione delle nuove Camere prima del 24 Settembre.

Vitalizi parlamentari salvi ma aggiungendo circa cinquemila euro di tasca propria

I deputati del Movimento 5 Stelle festeggiano lo scioglimento delle Camere come si fa l’ultimo giorno di scuola. 

L’unica che non maturerà il vitalizio è Valentina Barzotti, del Movimento, subentrata 6 mesi dopo l’inizio della legislatura. Anche se le regole per percepirlo sono cambiate nella XVII legislatura, con l’introduzione del calcolo contributivo degli assegni, l’argomento è sempre di clamorosa attualità, visto e considerato il momento di grande crisi che stanno vivendo gli italiani.

Dato che le prossime elezioni si svolgeranno il 25 Settembre e che le nuove Camere, nel rispetto della Costituzione si insedieranno il 15 Ottobre, le pensioni o i vitalizi sono salvi. 

A questa buona notizia per i parlamentari se ne somma una un po’ meno buona e cioè il fatto che l’ultimo pezzo di contributi per il vitalizio dovranno pagarselo loro, in assenza di stipendio. Per l’esattezza, considerando che l’indennità parlamentare lorda per i deputati e, allo stesso modo anche per i senatori è di 10.435 euro e che essi devono versare un contributo mensile pari all’8,8% dell’indennità, ne deriva che ogni parlamentare di prima nomina dovrà destinare circa 918 euro al mese fino alla chiusura naturale della legislatura, il 23 Marzo 2023, in tutto, quindi circa 5.510 euro a testa.