Antonino Nino Santapaola, fratello dello storico capomafia catanese Benedetto, è morto nel carcere di Opera a Milano, dove era detenuto in regime di 41bis: aveva 68 anni e da tempo era affetto da schizofrenia irreversibile. Nella giornata di ieri era stato rinviato un processo nel quale era imputato: la notizia della sua morte è stata confermata anche dalla Procura di Catania.

Muore Nino Santapaola, il fratello del boss Benedetto

Le condizioni di salute di Antonino Nino Santapaola erano molto peggiorate negli ultimi anni: affetto da schizofrenia irreversibile, il fratello del famoso capomafia Benedetto – il mandante degli attentati a Vito Lipari e del generale Dalla Chiesa – è morto nella giornata di oggi a 68 anni. Ieri era stato rinviato un processo a suo carico viste le sue precarie condizioni di salute, come spiegava il suo legale Giuseppe Lipera:

“Tutti i suoi processi sono sospesi per il grave stato di salute del mio assistito. Avevo presentato più volte istanze per la sua scarcerazione o di concessione degli arresti domiciliari e, almeno, la revoca della misura del 41 bis, a cui era sottoposto nonostante la grave malattia da cui era oggettivamente affetto. È un caso che deve fare riflettere tutti noi”

Antonino, fratello del boss Nitto Santapaola era stato condannato all’ergastolo per associazione mafiosa: dal 2000 era detenuto nel carcere milanese di Opera. L’ultimo boss morto, in ordine di tempo, per cause naturali è deceduto nello scorso mese di aprile era Antonino Nania, 85 anni, ritenuto uno dei personaggi di spicco della mafia di Partinico: ricoverato da tempo all’Ospedale Villa Sofia, si è spento lo scorso aprile.

La morte di Nino arrivata un mese dopo il maxi blitz dei carabinieri

La morte di Nino Santapaola è arrivata un mese dopo il maxi blitz dei carabinieri dove sono state arrestate 17 persone affiliate al clan: l’operazione è stata portata avanti dalla squadra mobile di Catania dopo oltre un anno di indagini, dove era emersa la riorganizzazione dei clan Santapaola-Ercolano nella zona di Acireale e Aci Catena. Gli imputati sono accusati di associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsioni, usura, detenzione di armi e traffico di sostanze stupefacenti.

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