Secondo i sondaggi degli ultimi giorni se oggi si andasse a votare un italiano su due non vorrebbe un governo Draghi-bis e premierebbe il centrodestra, ma pesa il nodo dell’invio delle armi. Gli elettori dei Cinque Stelle sono ancora divisi.

Gli italiani, pare non abbiano così tanta fiducia in Mario Draghi, infatti, secondo i sondaggi se oggi si andasse alle urne molto probabilmente non verrebbe confermato. È complicato al momento capire quanto Draghi abbia conquistato gli italiani. La crisi è in progressivo divenire ed entro Mercoledì potrebbe rientrare o forse no e quindi si aprono tutti i tipi di scenari politici.

“È un momento difficile per fare indagini”, rivelano in coro i sondaggisti in queste ore. Eppure, a dispetto di chi spinge per la prosecuzione di un esecutivo guidato dall’ex presidente della Bce, nei sondaggi degli ultimi giorni emerge una spaccatura quasi perfetta tra gli italiani che vorrebbero un Draghi-bis e quelli che invece vorrebbero tornare alle urne.

In particolare, in un sondaggio svolto tra il 14 e il 15 Luglio poco più della metà degli italiani, il 53% sarebbe contraria alle elezioni anticipate. Dall’altra parte c’è dunque una fetta altrettanto ampia di persone, quasi una su due, che alle urne ci tornerebbe eccome.

Molti di quelli che vorrebbero evitare il voto poi, non sono spinti tanto dalla fiducia in un eventuale Draghi-bis ma più dall’impressione che ricorrere alle elezioni sia un fastidio, “non sia una buona idea”, “chissà dopo cosa succederebbe”. Quindi, meglio allontanare lo spettro delle urne e restare con Draghi nonostante il suo gradimento sia sceso sempre di più tra gli italiani negli ultimi 365 giorni. Risulta, infatti essere passato, dal 58% dell’anno scorso al 48-49% attuale, rivelando uno scontento che piano piano si sta facendo sempre più strada.

A confermare un sentimento diviso a metà tra i nostri connazionali c’è anche un sondaggio commissionato da Affaritaliani.it ed effettuato da Roberto Baldassari di Lab 21, che sottolinea quanto il voto anticipato sarebbe la soluzione preferita per il 45,6% degli italiani, anche in questo caso, quasi uno su due. Mentre il 2 Ottobre sarebbe la data più probabile per tornare alle urne.

Sondaggi Draghi-bis: tornare al voto “sarebbe un assist per il centrodestra”

Nonostante la situazione nei sondaggi tra i maggiori esponenti si moltiplicano le richieste per far restare Draghi a Palazzo Chigi, Italia Viva fa partire una petizione, i sindaci delle maggiori città scrivono un appello e il Vaticano si dice preoccupato e invoca “responsabilità”.

Gli stessi partiti sono al momento indecisi su come comportarsi. Stare dalla parte di Draghi oggi non vuol dire solamente fare un governo di unità nazionale, come successo nel Febbraio 2019. Per questo si valuta anche quel che succederà da qui in avanti, a pochi mesi dalla fine della legislatura e con una campagna elettorale che inevitabilmente si giocherà su temi che hanno già diviso e fatto discutere l’esecutivo di Draghi.

Primo fra tutti, il fattore guerra. C’è infatti il nodo molto ingombrante dell’invio delle armi in Ucraina, spesso tacitato nel dibattito pubblico ma che avrà un peso in futuro. “Il 70% degli italiani è contrario”, ricorda Roberto Weber, direttore dell’Osservatorio Politico. Sembriamo quindi più pacifisti di quanto non faccia pensare l’azione di governo e i partiti questo lo sanno bene.

Il voto anticipato dall’altra parte spaventa, sarebbe un salto nel vuoto per molti partiti. “C’è una sostanziale spaccatura negli elettori del M5s” ora scisso, ricorda Lorenzo Pregliasco.

Tornare presto al voto sarebbe comunque “un assist per il centrodestra” come dimostrato da un recente sondaggio, svolto da Youtrend e Cattaneo Zanetto & Co., da cui emergerebbe un boom di consensi di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia qualunque sia la coalizione avversaria. Il perimetro delle alleanze è dunque determinante, “oggi ci sono pochi punti fermi specialmente al centro. Non sapere le coalizioni, in presenza di collegi uninominali, complica i calcoli”, ribadisce Pregliasco.

Infine c’è il problema della legge elettorale. Tra chi si dice contrario al voto prevale l’impressione che “tutto possa rimanere così”, tanto che l’ipotesi delle elezioni pare animare solo i partiti, indecisi se staccare la spina a Draghi o meno.