La crisi di governo che sta attraversando l’Italia continua ad essere il tema centrale del dibattito politico, con diversi esponenti di partito che stanno prendendo una posizione a riguardo: Matteo Salvini e Silvio Berlusconi si sono incontrati oggi a Villa Certosa e, dopo il summit, sono pronti ad andare al voto visto che per loro non ci sono più le condizioni per governare con il M5s. Se il centrodestra spinge per le elezioni, il PD e altre forze politiche predicano il buon senso.

Berlusconi e Salvini: “Parole di Conte hanno rotto Patto di fiducia”

Il colloquio tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi a Villa Certosa è servito ai due leader per delineare una linea guida che Lega e Forza Italia seguiranno in questi giorni di crisi di governo. Al termine del summit, i due rappresentanti di partito hanno ribadito la volontà di non cercare di trovare un accordo con il MoVimento 5 Stelle per continuare a governare, ma sono pronti a rimettersi al volere del popolo italiano, come si legge nella loro nota congiunta:

“Le nuove dichiarazioni di Giuseppe Conte – contraddistinte da ultimatum e minacce – confermano la rottura di quel “patto di fiducia” richiamato giovedì dal Presidente Mario Draghi e alla base delle sue dimissioni. Con il nostro consueto senso di responsabilità, hanno dunque concordato di attendere l’evoluzione della situazione politica, pronti comunque a sottoporsi anche a brevissima scadenza al giudizio dei cittadini. È da escludere la possibilità di governare ulteriormente con i 5 stelle vista la loro incompetenza e la loro inaffidabilità”

Il centrodestra è pronto dunque ad affrontare le elezioni, mentre il PD chiede di essere responsabili per il bene dell’Italia che, con questa crisi di governo, rischia di mettersi in una situazione molto scomoda per quanto riguarda sia la politica estera che interna.

La posizione del Partito Democratico

Se Berlusconi e Salvini sono pronti ad andare al voto e a non cercare una soluzione per continuare a governare con il M5s, il PD invita tutti alla responsabilità, come si evince dalle parole di Alessandro Alfieri:

“Il sentiero è stretto, bisogna insistere per mettere in campo tutte le iniziative che permettano al governo di affrontare le sfide che abbiamo davanti. Oltre al necessario lavoro sul Pnrr, c’è il Covid che mostra una fase di forte recrudescenza. C’è la guerra nel cuore dell’Europa, con le conseguenze economiche e sociali che vediamo, e c’è il caro vita che sta mettendo in gravi difficoltà le famiglie. Faccio appello alla responsabilità di tutte le forze politiche, mettendo da parte polemiche come quelle di Matteo Salvini, che non servono. In questo contesto, spero che i 5 stelle si rendano conto fino in fondo della criticità del momento, ascoltando le voci che dal loro interno invitano a ragionare sui temi dell’agenda sociale. Dobbiamo mettere in campo tutte le azioni che consentano di ritrovare le ragioni di un sostegno comune al governo Draghi”

Oltre 1.000 sindaci hanno firmato la lettera per cercare di convincere Mario Draghi a rimanere a capo del governo, un’iniziativa che non è piaciuta a Giorgia Meloni, desiderosa anche lei di andare alle urne. Alla leader di Fratelli d’Italia ha risposto il sindaco di Firenze Dario Nardella:

“L’attacco ai sindaci e ai presidenti di Regione, che sono i politici più vicini ai cittadini, dimostra un certo nervosismo e una certa aggressività da parte dell’onorevole deputata Meloni. Mi dispiace che Meloni non noti che tra i firmatari ci sono moltissimi esponenti di centrodestra. Forse Fdi spera di lucrare consensi dal caos istituzionale ed economico del Pese, ma dalla cenere si raccoglie solo cenere”

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