Nuovo aggiornamento nel bilancio della tragedia del crollo del ghiaccio della Marmolada: poche ore fa i soccorritori hanno recuperato altri resti delle vittime e, a quanto risulta, sarebbero della decima vittima. C’è ancora un disperso, mentre sale a 10 il numero delle vittime: sei sono state identificate, si tratta di tre escursionisti veneti e di Liliana Bertoldi, alpinista trentina, mentre le altre due sono due alpinisti della Repubblica Ceca, i cui corpi sono stati riconosciuti dai familiari due alpinisti della Repubblica Ceca. A Canazei è arrivata anche la presidente del Senato Elisabetta Casellati.

Marmolada, trovati i resti della decima vittima. Gli esperti: “Prima del crollo non c’è segno di collasso”

I soccorritori continuano le ricerche dei dispersi dopo il crollo della Marmolada e di eventuali altri corpi: oggi è stata trovata la decima vittima e, ora, si cercherà di conoscere la sua identità. Questa mattina i soccorritori hanno rinvenuto anche i resti di un’attrezzatura tecnica in decomposizione, riconducibile ai dispersi.

Gli esperti intanto cercano di trovare una risposta su come possa essere successa una tragedia simile e, dai primi studi, emerge che sul ghiacciaio non c’era alcun segno di collasso prima del crollo. Per i ricercatori del Gruppo di lavoro glaciologico-geofisico per le ricerche sulla Marmolada il ritiro dei ghiacciai e il riscaldamento aumentano le possibilità che si verifichino eventi del genere:

“Prima del crollo di domenica, sulla Marmolada non si sono osservati dei segnali evidenti di un collasso imminente. Salvo rarissimi casi, nei ghiacciai, a differenza delle frane, non vi sono sistemi di allerta che misurano movimenti e deformazioni in tempo reale: i crepacci erano ben visibili già da diversi anni e di per sé fanno parte della normale dinamica glaciale. Il distacco di seracchi è un fenomeno “frequente” nei ghiacciai, sottolinea il gruppo di studio, e fa parte della normale dinamica glaciale, ma più raro è il caso di collassi in blocco come quello verificatosi in Marmolada. Il ritiro e il riscaldamento determinano un aumento della frequenza degli eventi, e in generale un aumento della pericolosità delle fronti glaciali: l’osservazione annuale di molti ghiacciai è stata recentemente abbandonata proprio per l’incremento delle condizioni di rischio alle fronti glaciali. Tuttavia, non tutti i ghiacciai presentano le medesime condizioni di pericolo, che variano in funzione della temperatura ma anche della morfologia, delle pendenze, delle dimensioni e di altri parametri. Ogni ghiacciaio va studiato singolarmente individuando i rischi specifici che si sommano a quelli già insiti nella frequentazione dell’ambiente alpino”

Elisabetta Casellati: “Dobbiamo riflettere sul perché abbiamo un’Italia bellissima ma fragile”

A Canazei, dove si trova il quartier generale delle operazioni, è arrivata anche la presidente del Senato Elisabetta Casellati che, poco dopo il ritrovamento della decima vittima, ha parlato della tragedia della Marmolada:

“Questa tragedia è una ferita non solo di questo territorio ma dell’Italia intera, di una tragedia che interroga le nostre coscienze. Dobbiamo riflettere perché abbiamo un’Italia bellissima ma fragile: le immagini della Marmolada travolta da una massa di ghiaccio e detriti rappresentano una dolorosa ferita per ciascuno di noi. La tragedia della Marmolada interroga le nostre coscienze e, con la preoccupazione del momento, affianca pressanti quesiti sulle cause strutturali. Siamo un Paese dove le emergenze ambientali e idrogeologiche sono di fatto diventate la normalità. Dal 2014 ad oggi, 139 sono gli stati di emergenza nazionali proclamati per rischi ambientali, meteorologici o idrogeologici, sismici o vulcanici. A fronte di trasferimenti per oltre 5miliardi di euro, incalcolabili sono i danni umani, sociali, ambientali ed economici”

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