Esattamente quattordici anni fa, a Wimbledon, il 6 Luglio del 2008, Roger Federer e Rafa Nadal, scendevano in campo per giocare la loro diciottesima partita in carriera, la quattordicesima finale. Federer era la testa di serie numero uno, campione in carica da cinque anni mentre Nadal, er il numero due e lo aveva appena battuto al Roland Garros. In quel momento hanno dato il via a una delle rivalità più belle della storia dello sport.

Federer era alla ricerca del sesto sigillo della sua carriera. Era sceso sul campo di Wimbledon vestito di bianco con decorazioni in oro, con un gilet dallo stile antico e lo stemma delle sue iniziali tatuato sul petto, sembrava uscito da un’altra epoca, un vero e proprio re a cui mancava soltanto la corona. Di fronte a lui aveva un ragazzo di ventidue anni con i capelli lunghi e sudato ancora prima di cominciare. Nadal indossava una canottiera senza maniche e pantaloni alle ginocchia. Si notavano subito i cerotti in tutte le dita della mano, i muscoli asimmetrici in evidenza e ad accompagnare ogni suo colpo un urlo.

Se il tennis fosse una gara in cui vince il giocatore più elegante, probabilmente quella partita non si sarebbe nemmeno giocata. Ma il tennis, è fatto di rovesci lungolinea a una mano, dritti colpiti con i piedi sollevati dal terreno e tutto questo senza alcuna fatica, come se fosse il movimento più naturale del mondo. Ma questi due grandi giocatori ci hanno dimostrato che è anche uno sport fatto di sudore e di nervi contratti, di chilometri di corsa e di resistenza lontani dalla linea di fondocampo e soprattutto di attesa, tanta, per il crollo dell’avversario facendosi sempre trovare pronti.

C’è una frase che accoglie i giocatori prima di accedere al campo Centrale di Wimbledon, l’ha scritta Rudyard Kipling e recita:“Che tu possa incontrare il trionfo e il disastro e fronteggiare quei due impostori nello stesso modo”. Sembra facile, ma non lo è.

Il ricordo dello scontro tra Federer e Nadal a Wimbledon

Quella partita disputata sul campo di Wimbledon tra Federer e Nadal ben 14 anni fa durò cinque set, tre tie break per un totale di 4 ore e 48 minuti di gioco, con l’aggiunta di una lunga pausa per la pioggia. Era cominciata con il sole ma ha rischiato di essere interrotta per l’arrivo della notte, se se solo Nadal non avesse vinto l’ultimo game prima che l’organizzazione decidesse di far continuare la partita il giorno dopo.

Federer era pronto per superare il record di vittorie consecutive stabilito da Bjorn Borg. Due campioni che hanno gareggiato con un equilibrio perfetto che stava per crollare a beneficio dello spettacolo e della contaminazione tra stili. Quella partita fu un continuo di nervi tesi e sospiri. 

Tutto di quel giorno è rimasto impresso nella memoria, dalla telecronaca degli immensi Rino Tommasi e Gianni Clerici, alle rincorse di Nadal e il rifiuto di accettare la sconfitta da parte di Federer. Il suo urlo dopo aver recuperato due set di svantaggio risuona ancora oggi all’interno di Wimbledon e il tuffo a terra di Nadal quando capisce che è finita, che ha vinto, che è lui il nuovo campione di Wimbledon fanno parte della storia del tennis mondiale.

Quattordici anni dopo, Federer è un ex campione che spera di ritornare a giocare a Londra ancora una volta, è stato numero uno al mondo e adesso sta per perdere il suo posto nel tennis. Quest’anno è entrato sul Campo Centrale per il centenario vestito in borghese, da non giocatore, alimentando la nostalgia dei tifosi. Nadal al contrario, nel giorno dell’anniversario della sua incoronazione scenderà su quel campo, da giocatore, per disputare i quarti di finale contro Taylor Fritz.