Capire chi è Carlos Alcaraz per affrontare una sfida nuova è più che mai fondamentale per Jannik Sinner. Un ottavo di finale di Wimbledon, di certo, non accade tutti i giorni, soprattutto quando davanti ai nostri occhi ci sono due talenti così. Parliamo di due piccoli giganti, due nuovi e fulgidi talenti del tennis che, dopo le tre corone Federer-Nadal-Djokovic, deve trovare nuova linfa vitale. Conoscere Sinner, per noi, è più che mai semplice. Di maggior interesse, in quanto avversari, è capire meglio chi sia Carlos Alcaraz, quell’enfant prodige del quale tutto il mondo parla. Siamo davanti, per molti, all’erede designato di Rafa Nadal, anche se per tanti potrebbe esserci il rischio di una fragilità emotiva che però, dal gioco del tennista spagnolo, non traspare.

Basta la sua data di nascita per far tremare le generazioni future: 5 maggio 2003, quando in quel di Murcia il pargolo vide la luce e cominciò a sbattere le palpebre. Prima ancora di raggiungere i livelli attuali il papà cerca di indirizzarlo verso la via del tennis, forgiandolo con la sua scuola. Sotto l’egida paterna il lato tennistico di Carlos Alcaraz vede gradualmente la luce. La vita con gli juniores dura un battito di ciglia, un passaggio repentino verso il professionismo, punto che Alcaraz raggiunge all’età di appena quindici anni. Nello stesso momento entra nell’accademia Equelite di Villena dell’ex numero 1 del mondo Juan Carlos Ferrero, da allora suo coach.

Chi è Carlos Alcaraz: i trofei dello spagnolo

Il passaggio nel circuito Challenger dura un istante. Carlos Alcaraz è pronto per i successi in ATP Tour e quest’anno diventa un anno glorioso per lui e per chi gli sta intorno: in serie, Rio Open, Miami Open (primo Masters 1000 della carriera), Trofeo Godó di Barcellona e altro, tanto altro. Arrivato nella capitale inglese come principe del tennis spagnolo, Alcaraz sta compiendo una strada tutta nuova in un terreno particolare, tra i più belli del mondo. Dentro c’è il suo Wimbledon, le sue speranze e le sue ambizioni. Dentro Alcaraz scorre il sangue di chi sembra essere forgiato dalla vittoria, dall’atletismo e dal carisma con la racchetta e la pallina. Per Sinner sarà una montagna da scalare ma, nella sfida dei baby del tennis, vincerà chi saprà far urlare di più la sua racchetta, la sua pallina e il suo cervello tennistico.