Sarà una giornata chiave per stabilire il nuovo protocollo in materia di covid-19, specialmente per quanto riguarda l’uso delle mascherine nei luoghi di lavoro. Una mossa necessaria all’aumento di contagi che sta interessando il nostro Paese nell’ultimo periodo.

Covid, il protocollo anti-contagio sul lavoro dovrebbe essere valido fino al 30 settembre

Si riunirà nel tardo pomeriggio la cabina di regia insieme alle parti sociali per arrivare a una sintesi di protocollo sulle norme anti-covid nei luoghi di lavoro, convocata a seguito del rialzo esponenziale della curva nell’ultima settimana. Una prima anticipazione del documento arriva dal sottosegretario alla Salute Andrea Costa, che usa parole di estrema pacatezza:

“I nuovi dati sull’aumento del contagio da Covid-19 non influenzeranno le decisioni che il governo intende prendere. Per quanto riguarda l’uso della mascherina nei luoghi di lavoro al chiuso, la posizione del governo rimarrà coerente a quella attuale e dunque di una forte raccomandazione al suo utilizzo. Dovremo inoltre ragionare se lasciare in isolamento i positivi asintomatici, un tema che assume priorità crescente. Oggi abbiamo centinaia di migliaia di persone in isolamento senza sintomi, il rischio è quello di un nuovo blocco del Paese che invece ha bisogno di ripartire. I tamponi fai-da-te? Credo sia sbagliata la rincorsa alla ricerca del positivo, trovo più’ giusto che chi ha sintomi esegua un test secondo le regole della convivenza civica”

Dunque un intervento lieve che si ridurrà a qualche dettame. Potrebbe essere reintrodotto l’obbligo di controllo della temperatura all’ingresso e consigliato l’obbligo di mascherine Ffp2 nei luoghi di lavoro privati. Dopo un lungo tira e molla sarà confermato e incentivato lo smart working per i lavoratori più fragili. Tuttavia c’è chi analizza con maggiore profondità lo scenario, è il caso del virologo Andrea Crisanti:

“Credo che la situazione attuale fosse evitabile in presenza di un sistema di monitoraggio della popolazione. I contagi attuali, al netto dei danni che purtroppo causano alle persone fragili, vanno intesi come una sorta di vaccinazione di massa in vista dell’inverno, a meno che il virus non continui a mutare. L’ondata attuale è comprensibile per una serie di fattori, l’auspicio è che i suoi effetti sulla tenuta ospedaliera sia limitato. Abolirei tuttavia i tamponi fai-da-te che rappresentano non solo uno strumento approssimativo ma anche una scorciatoia nel meccanismo di autosorveglianza”.

Infine, Donatella Prampolini di Confcommercio porta sul tavolo la voce del mondo imprenditoriale:

“L’uso delle mascherine non può essere considerato obbligatorio, serve individuare gli ambiti in cui sono strettamente indispensabili e senza creare ambiguità interpretative. Il confronto tra le parti sociali e le istituzioni è continuo ma delicato, si lavora anche per definire la linea di confine delle responsabilità del datore di lavoro. Mi aspetto che il nuovo protocollo eliminerà le differenze settoriali e non abbia una scadenza troppo estesa per poterlo confrontare con il quadro epidemiologico generale”