Momenti di tensione alle 11.30 di stamattina presso la sede romana di Leonardo, la principale azienda italiana del comparto aeronautico e aerospaziale, quando è stato intercettato e disinnescato con successo un pacco bomba indirizzato all’Amministratore Delegato Alessandro Profumo.

Pacco bomba nella sede di Leonardo, determinanti i controlli a monte

Il centro di sicurezza sulla corrispondenza della compagnia Leonardo ha intercettato e segnalato prontamente un plico sospetto, rivelatosi poi un pacco bomba. Fondamentale l’esecuzione perfetta da parte dei protocolli di sicurezza sui pacchi in arrivo, che ha permesso di segnalare alle autorità la situazione. Pronto ed efficace l’intervento degli artificieri, coadiuvati con i Vigili del Fuoco, dal commissariato Prati e dagli agenti della Digos, al punto da evitare l’evacuazione dell’edificio sito in Piazza Montegrappa.

All’interno della busta è stata rinvenuta la presenza di polvere da sparo e di alcuni fili. Sulla busta il destinatario indicato rispondeva ad Alessandro Profumo, Ceo di Leonardo, mentre il mittente parrebbe essere uno studio legale della Capitale. Gli inquirenti, una volta messa al sicuro l’area, si sono messi all’opera per cercare di venire a capo della vicenda, senza escludere alcuna ipotesi. Il materiale esplosivo intatto permetterà inoltre a un’analisi più approfondita del caso. Nessuna comunicazione filtra dai canali aziendali

Chi è Leonardo e di cosa si occupa

Leonardo, come detto, è il principale player nazionale in ambito aeronautico e aerospaziale. Nel 2021 il suo giro d’affari è stato incredibile e l’azienda ha registrato oltre 14 miliardi di ricavi con un utile di 587 milioni di euro. Un risultato impressionante se si conta che il settore aeronautico ha subito gli effetti della pandemia. Data la sua forte componente militare, c’è chi ipotizza che la scelta di inviare il pacco all’azienda non sia stato casuale ma possa nascondere un messaggio ancora tutto da decifrare.

Al timone c’è Alessandro Profumo, ex dirigente di Mps e Finmeccanica, sul quale diversi azionisti nutrono grande scetticismo. Recentemente è arrivata tuttavia la seconda votazione respinta in merito alla destituzione dal suo incarico. Tra i principali azionisti c’è anche il ministero dell’Economia e delle Finanze, che ne detiene il 30%, oltre a una serie di altre fette di torta riconducibili a capitali esteri.

Tra gli ultimi dossier aperti da Leonardo c’è quello relativo a Fincantieri, passata circa un anno fa nelle mani dello Stato tramite Cassa Depositi e Prestiti. Allo studio una possibile fusione o, in alternativa, la strada dell’integrazione.