Stranger Things 4, il Volume 2 concluderà la stagione con una “corsa folle” di protagonisti e autori, secondo David Harbour che nella serie interpreta lo sceriffo Hopper.

Stranger Things, il Volume 2 secondo David Harbour: “Una corsa sfrenata di autori e protagonisti”

Manca ormai pochissimo all’arrivo su Netflix del Volume 2 di Stranger Things 4. Gli ultimi due episodi della stagione arriveranno, infatti, il 1 luglio, nell’attesa crescente del pubblico che ha già permesso al Volume 1 di infrangere record su record della piattaforma.

David Harbour nella serie interpreta lo sceriffo Hopper e, alla fine del Volume 1, lo avevamo lasciato in Russia, da poco ricongiunto con l’amata Joyce (Winona Ryder), venuta per salvarlo dagli Stati Uniti.
Ora è proprio lui a parlare del finale di stagione e di cosa il pubblico deve aspettarsi da esso.

Sarà una corsa folle verso la conclusione. Gli spettatori vedranno tutti noi al massimo delle nostre capacità: da un lato, i fratelli Duffer che porteranno al limite di epicità il tono cinematografico della serie; dall’altro, gli stessi personaggi saranno molto più impegnati che in passato, soprattutto in sequenze d’azione davvero memorabili. Per quanto riguarda l’evoluzione di Hopper, sarà più vulnerabile ma anche più potente di quanto il pubblico non l’abbia mai visto. Sono davvero eccitato ma non posso dire di più, dovranno solo guardarlo. Alla fine, credo che rimarranno senza parole”.

Harbour e i giovani protagonisti della serie: “Sono sempre stato preoccupato per loro”

Stranger Things 5 finale
Stranger Things: il poster della stagione 4.

Stranger Things vedrà la propria conclusione con la quinta stagione, che per il produttore Shawn Levy sarà di gran lunga all’altezza delle aspettative.
Gli interpreti principali erano poco più che bambini quando la serie ebbe inizio nel 2016, e Harbour confessa di aver riflettuto molto sul peso che una fama così grande e improvvisa può avere su di loro.

Sono sempre stato molto preoccupato per loro e ho sempre cercato di essere una specie di mentore. Se qualcuno ti ripete in continuazione che sei un genio, è difficile imparare come andare avanti senza perdere il controllo. Perciò, mentre il resto del mondo gli diceva che erano dei geni e li inondava di soldi, fama e popolarità, io ho scelto di trattarli per quello che erano davvero, dei ragazzini, e di ripetergli di prendersela con calma e che, vista la loro età, avevano ancora tanto da imparare. Credo che sia un rapporto simile a quello che Hopper costruisce con Eleven nella serie: la vuole proteggere perché le vuole bene, ma si rende anche conto che lei ha dei superpoteri straordinari e che deve lasciarle fare la sua strada. Lo stesso vale per i ragazzi del cast: sono come piccole creature con dei superpoteri e poi c’è quest’uomo sulla quarantina che prova a costruire un rapporto con loro”.

Per approfondire temi e curiosità legate al cinema, l’appuntamento è con Buio in Sala, il sabato, dalle 18:30 alle 20 su Radio Cusano Campus.