Ristoranti etnici e controlli. I NAS di concerto con il Ministero della Salute, hanno eseguito una campagna di controllo su tutta la penisola per verificare la regolarità delle attività ristorative, di preparazione degli alimenti e di filiera di fornitura extra europea sul suolo italiano.  

Gli accertamenti dei NAS nello specifico hanno inteso verificare il rispetto delle procedure di:

  • preparazione,
  • conservazione e
  • somministrazione degli alimenti,
  • dello stato igienico e strutturale dei locali di ristorazione e
  • degli esercizi di vendita e di stoccaggio degli alimenti.

35 ristoranti etnici sottoposti a chiusura temporanea e/o definitiva

Particolare attenzione è stata riservata al mantenimento della catena del freddo, in relazione ai cibi da mangiare non cotti, ed ai canali di importazione e distribuzione delle derrate alimentari. Le materie prime provenienti da Paesi esteri, gestite da aziende di commercio all’ingrosso, di deposito e di trasporto, sono state esaminate attraverso campioni e prelievi.

Secondo quanto si legge in una nota diffusa proprio sul sito del Ministero, nel mese di maggio 2022, è stato rafforzato il dispositivo di controllo allo specifico comparto.

“I NAS hanno effettuato 1.155 ispezioni che hanno determinato l’accertamento di irregolarità in 506 strutture (pari al 43% circa degli obiettivi controllati)”.

Sono così state segnalati alla Autorità Giudiziaria e Sanitaria 490 operatori di settore e contestate oltre 740 sanzioni amministrative per un valore complessivo di oltre 600 mila euro. Tra le criticità riscontrate ci sono

  • alimenti in cattivo stato di conservazione,
  • procedure preventive di autocontrollo aziendali inosservate o addirittura mai predisposte,
  • utilizzo di alimenti con etichettature non in lingua italiana o prive di informazioni utili per ricostruirne la rintracciabilità.

I sequestri fanno riferimento a oltre 700 tonnellate di prodotti alimentari (prodotti ittici, carnei, vegetali ecc…) poiché non idonei al consumo, per un valore commerciale di circa 3 milioni di euro.

A molte attività è stato contestato l’uso di magazzini abusivi di stoccaggio dei prodotti, cucine mantenute in pessime condizioni igienico-sanitarie, ambienti senza minimi requisiti sanitari, strutturali e di sicurezza per i lavoratori.  Il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute hanno attuato provvedimenti di chiusura o sospensione dell’attività a carico di 35 imprese commerciali, il cui valore economico ammonta ad oltre 7 milioni e 300 mila euro.