Sarà l'Emilia-Romagna la prima regione italiana che dovrebbe vedere approvata la richiesta di stato d'emergenza a causa della siccità. Lo comunica il governatore Stefano Bonaccini, che si appresta a firmare il documento. In precedenza, era stato il Veneto a inoltrare per primo la richiesta, venendo tuttavia respinta. In settimana dovrebbe essere programmata una riunione di governo che potrebbe estendere la misura all'intero territorio nazionale.
???? Già nelle prossime ore firmerò il decreto sullo stato di crisi regionale. Passo successivo, la richiesta che invieremo al Governo dello stato di emergenza nazionale. Per poter attivare rapidamente le misure necessarie in questa situazione di siccità prolungata. pic.twitter.com/qsghLNVQKB
— Stefano Bonaccini (@sbonaccini) June 21, 2022
C'è attesa per capire quando l'Emilia-Romagna ufficializzerà il passaggio allo stato d'emergenza a causa della siccità che ha colpito la regione più attraversata dal fiume Po. Lo comunica Stefano Bonaccini al termine della Conferenza delle Regioni che si è tenuta nella serata di martedì in attesa dell'incontro di mercoledì con il capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio.
Toccherà proprio alla Protezione Civile, già fondamentale durante la prima ondata pandemica di covid-19, affrontare un'altra grave emergenza che viene toccata con mano da tutti nell'ultimo periodo. Tra le richieste che le Regioni formuleranno alla Protezione Civile ci sarà anche il razionamento dell'acqua per utilizzo domestico e agricolo, come indicato anche da Confagricoltura. Anche Stefano Patuanelli, ministro delle Politiche agricole, ha definito "inevitabile" la dichiarazione di stato di crisi entro breve tempo.
L'ultimo parere favorevole alla richiesta dello stato di calamità arriva anche da Anbi, associazione che si occupa della gestione e della tutela delle acque irrigue. Così si è espresso il presidente Francesco Vincenzi in un'assemblea regione in Basilicata:
Seguendo la scia di Vincenzi anche il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, parla della necessità di creare una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all’industria e all’ agricoltura. Stando ai dati Coldiretti, l'89% di acqua piovana viene generalmente disperso.
Di concerto con il governatore Bonaccini, come detto, anche l'assessore alla Protezione civile dell'Emilia-Romagna, Irene Priolo: