Accadde oggi, 22 giugno 1983: la scomparsa di Emanuela Orlandi. Un mistero lungo ormai 39 anni. Quando scomparve nel nulla, la ragazza figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia, aveva 15 anni. All’inizio le forze dell’ordine pensarono a un banale allontanamento volontario da casa di un’adolescente; e invece, questo caso, anno dopo anno, è diventato uno dei misteri più oscuri della storia d’Italia e della Città del Vaticano.

Accadde oggi, 22 giugno 1983: la scomparsa di Emanuela Orlandi

Un autentico intrigo mondiale che nel tempo è stato caratterizzato da piste nazionali ed estere. Dall’attentato a Giovanni Paolo II commesso dal turco Alì Agca, allo IOR, l’Istituto per le opere di religione, la banca vaticana. Dalla Banda della Magliana, al crack del Banco Ambrosiano. Dai soldi sporchi della Mafia, ai servizi segreti di numerosi Paesi, passando per alcune organizzazioni terroristiche internazionali. Sta di fatto che dopo quasi 40 anni, la scomparsa di Emanuela Orlandi rimane avvolta nel mistero.

La storia di Emanuela Orlandi

Emanuela, nata a Roma il 14 gennaio del 1968 abitava in Vaticano con i genitori e quattro fratelli: lei era la penultima dei cinque figli della famiglia Orlandi. Nel giugno 1983 aveva appena terminato il secondo anno di liceo scientifico presso il Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II. Dotata di talento musicale, la ragazza frequentava da anni una scuola di musica in piazza Sant’Apollinare, in pieno centro della Capitale, dove seguiva corsi di pianoforte, flauto traverso, canto corale e solfeggio.

Emanuela scompare nel nulla

Quel 22 giugno di 39 anni fa, Emanuela Orlandi si recò a lezione di musica verso le16, per uscire alle 18.45; ovvero dieci minuti prima del solito. Successivamente, da una cabina telefonica chiamò casa e parlò con la sorella maggiore Federica, dicendole che avrebbe fatto tardi poiché l’autobus non passava e che uno sconosciuto l’aveva fermata per strada offrendole un lavoro di volantinaggio durante una sfilata di moda, retribuito con la somma di 370.000 lire. Una cifra esagerata all’epoca per un lavoro di poche ore come promotrice di prodotti cosmetici di una marca in quel periodo famosa e diffusa, durante una sfilata di moda in un prestigioso atelier. La sorella pertanto le sconsigliò di dar retta a una proposta simile ritenendola assurda e le suggerì di tornare subito a casa per parlarne con la madre. Quello fu l’ultimo contatto che Emanuela ebbe con la famiglia. Oggi alle 18 in largo Giovanni XXIII a Roma, si terrà il consueto sit-in in ricordo di Emanuela Orlandi. Quest’anno suo fratello Pietro ha scelto lo slogan: “Il Papa deve consegnare la verità alla giustizia”. Pietro Orlandi ha spiegato in esclusiva i motivi di questo claim a “Crimini e Criminologia”, trasmissione di Cusano Italia TV.