A una settimana di distanza dalla decisione di desecretare il Bollettino sulle presunte personalità filorusse, il sottosegretario Franco Gabrielli, delegato per la Sicurezza della Repubblica, fa una panoramica sulla situazione attuale e futura in materia di cybersicurezza.

“La nostra decisione è stata quella di privilegiare la trasparenza declassificando il Bollettino. Una scelta che testimonia la volontà di replicare alle feroci polemiche ci sono state nei nostri confronti”

Cybersicurezza, Gabrielli al mondo politico: “Chiediamo collaborazione a chiunque governi”

Il sottosegretario con delega alla Sicurezza della Repubblica Franco Gabrielli ha concesso una lunga intervista a RaiNews, parlando dei vari temi, tra cui il discusso Bollettino sulle personalità filorusse:

“Il bollettino era un documento classificato. Abbiamo pensato di fare una nuova riflessione al riguardo a causa dell’esasperante clamore che ha generato, in totale serenità. Ci è stata addossata tutta la responsabilità dell’operato senza comprendere che si tratta di un lavoro a cui partecipano anche altri soggetti e senza capire che sarebbe stato tenuto un basso profilo. Ora siamo in attesa di un confronto con il Copasir, in programma il prossimo 29 giugno“. 

Una volta esaurito il passato, Il vero tema del dibattito di presente e futuro riguarda la cybersicurezza nazionale. Qui Gabrielli compie una panoramica anche alla luce degli attacchi hacker del gruppo filorusso Killnet:

“Come Italia dovremmo renderci conto di quanto sia importante il tema della sicurezza informatica in un periodo di facili manipolazioni della realtà. I numeri che disegnano il fenomeno sono inoltre sottostimati, poiché c’è sempre il timore nascosto di un danno reputazionale e dunque si preferisce mantenere il tutto sotto traccia”

“A tal proposito dal 2021 è attiva la Strategia Nazionale per la Cybersicurezza, in materia di resilienza: cyber investigation, cyber defense, cyber intelligence. In totale sono 82 punti da portare a termine entro il 2026 con il contributo della collettività. C’è però un problema strutturale legato all’indisponibilità di figure con tali competenze. Come Agenzia abbiamo istituito un Cts sulla scia di quello pandemico per sviluppare le adeguate proprietà intellettuali e i relativi know-how. Mi auguro che la politica ascolti le nostre richieste, indipendentemente da chi sieda al governo.

Il cloud nazionale come punta di diamante dell’agenda

Il grande passo che costituisce poi l’annuncio di facciata dell’intervista è la creazione futura di un Cloud nazionale.

“La creazione di un cloud nazionale è certamente un passaggio delicato su cui stiamo lavorando insieme al ministro Colao. Al momento sono in corso le gare per assegnare il bando, è chiaro che vogliamo fare la scelta migliore possibile. Il concetto? Facile reperibilità dei dati ma al tempo stesso sicurezza e privacy per i nostri cittadini. Spetterà poi all’Agenzia concedere o meno gli accessi a enti terzi sulla base delle normative internazionali. Per aiutare i cittadini ad abbracciare la transizione serve una maggiore presa di coscienza su ciò che i servizi digitali rappresentano e allontanare l’idea che nella tecnologia esista qualcosa di gratuito”.