Verona – È in pieno svolgimento la campagna elettorale del sindaco. Monsignor Zenti, in occasione delle tornate elettorali ha inviato una lettera ai sacerdoti nella quale li invita a “far coscienza a se stessi e ai fedeli di individuare quali sensibilità e attenzioni sono riservate alla famiglia voluta da Dio e non alterata dall’ideologia del gender, al tema dell’aborto e dell’eutanasia

I temi toccati nella lettera 

Monsignor Giuseppe Zenti ha scritto: 

Il vostro compito non è schierarsi per partiti o persone, ,ma segnalare presenze o carenze di valori civili con radice cristiana.

In merito ai programmi dei candidati ha aggiunto:

Il tema della disoccupazione, l’attenzione alle povertà, alle disabilità, all’accoglienza dello straniero, ai giovani, alla scuola cattolica, a cominciare dalle materne. Sono frontiere prioritarie che fanno da filtro per la coscienza nei confronti della scelta politica o amministrativa.

L’attacco all’ideologia gender 

Nella lettera, il vescovo invita a non votare chi sostiene l’ideologia gender.

Spetta ai fedeli di individuare quali sensibilità e attenzioni sono riservate alla famiglia voluta da Dio e non alterata dall’ideologia del gender, al tema dell’aborto e dell’eutanasia.

Stando a queste affermazioni, secondo il Vescovo di Verona, dietro l’ideologia gender si nasconderebbe un progetto predefinito mirante alla società distruzione della famiglia e della fondate su un presunto ordine naturale.

Cos’è l’ideologia gender?

Molte persone credono che l’ideologia gender si riduca al tema dell’omosessualità e della transessualità. 

In realtà, non esiste un’unica teoria gender. Vi sono teorie che si focalizzano su stereotipi della femminilità e della mascolinità teorizzando che i modelli di comportamento siano inculcati nei bambini sin dalla tenera età: alle bambine vengono insegnati i lavori domestici, ai maschi l’esercizio del potere, condizionandoli a vita. Stando a questa corrente di pensiero, il sessismo, l’omofobia, il pregiudizio e gli stereotipi di genere sono appresi sin dai primi anni di vita e sono trasmessi attraverso la socializzazione e le pratiche educative.

Altre teorie si focalizzano sulla violenza e le sue molteplici manifestazioni, passando da quella domestica al bullismo. Altre invece, affermano che la propria identità non deve corrispondere necessariamente a un determinato orientamento sessuale.