Dnipro, un vasto incendio ha avvolto un deposito di petrolio dopo un attacco delle truppe russe. E ora l’Ucraina si trova con una grave carenza di petrolio e carburante, come racconta Iryna Guley, giornalista corrispondente dall’Ucraina per Cusano Italia TV.

Dnipro, attaccato un deposito di petrolio: un morto e 13 feriti

Continuano gli scontri in Ucraina, una guerra di logoramento che, come avverte il Segretario della Nato Jens Stoltenberg, “potrebbe essere molto lunga”.
Oggi ad essere duramente colpita è stata la regione del Dnipro, sud-est dell’Ucraina. In particolare, un deposito di petrolio è esploso, provocando un incendio che è costato la vita a uno dei vigili del fuoco intervenuti.

Le forze armate russe hanno bombardato un deposito di petrolio. I pompieri hanno cercato per 14 ore di spegnere l’incendio ma, nel frattempo, un’altra cisterna di petrolio è esplosa, causando la morte di un vigile del fuoco e 13 feriti. Questo deposito è ancora in fiamme. Con questo attacco, l’Ucraina ora ha un grave problema: non c’è più petrolio a sufficienza per le automobili. Il petrolio viene razionato ma è ormai quasi terminato”.

Nikolaev e Sumy: “Dell’Ucraina rimangono solo macerie”

Colpita anche un’abitazione e il quartiere circostante nella regione di Sumy, e un centro sportivo nella città di Nikolaev. Bersagli che spingono a riflettere su cosa resterà dell’Ucraina, una volta che la guerra sarà finita.

“Le forze russe hanno colpito un’abitazione civile nella regione di Sumy. Un’altra famiglia, quindi, è rimasta senza la propria abitazione. Non solo, è stato colpito un centro sportivo di un’altra città, Nikolaev. Continuano a essere colpite le case, le infrastrutture, le scuole, gli ospedali. Non rimane più nulla e questa è un’altra tragedia di questo conflitto”

Un nuovo attacco missilistico a Kiev

La giornata di domenica era iniziata con il suono della sirena antiaerea che annunciava un nuovo attacco sulla capitale.

“Stamattina a Kiev ci sono state varie esplosioni. Tre razzi sono stati respinti dal sistema antiaereo della capitale. Mi ha ricordato il 24 febbraio, quando mi svegliai con le stesse esplosioni. Allora ero spaventata, perché avevo capito che era scoppiata la guerra. Oggi, invece, non sono corsa nel bunker per nascondermi ma ho continuato a dormire, perché so che il nostro sistema antiaereo funziona. Inoltre, noi ucraini ci siamo ormai abituati a quello che sta accadendo, e se il destino vorrà che moriremo per le esplosioni, allora sarà così. Ma anche se siamo stanchi, non significa che ci stiamo arrendendo“.