Olena Kiyashko, meglio conosciuta come Olena Zelenska, è la first lady ucraina e ha concesso al tabloid britannico “Guardian” la prima intervista pubblica dall’inizio della guerra. La 34enne compagna del presidente Volodymyr è in realtà particolarmente attiva sul fronte umanitario, anche se preferisce lavorare sempre nell’ombra. Tra i punti toccati nella sua intervista c’è il possibile timore di essere un bersaglio sensibili delle milizie russe.

Olena Zelenska, il film di quell’indelebile 24 febbraio

Olena Zelenska, moglie del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha concesso un’intervista al tabloid inglese “Guardian” spiegando come è cambiato il suo ruolo dal 24 febbraio a oggi. Le autorità d’intelligence ucraine la collocano tra i principali bersagli delle milizie russe, subito sotto al marito, ma la donna si dimostra forte e per nulla preoccupata di questo aspetto:

“Quando ho visto coi miei occhi l’orrore ho capito che forse le milizie avversarie sono davvero capaci di tutto. A volte ho la sensazione di trovarmi in una realtà parallela da quasi quattro mesi. Quel giorno, il 24 febbraio, ho cercato di essere normale e di non trasmettere ansia e agitazione ai nostri figli”.

Alla domanda se si aspettasse l’invasione russa in territorio ucraino la risposta è sincera:

“Tutto è successo in fretta ma era totalmente inaspettato, non riuscivo a credere che fosse successo. Non avevo nemmeno il passaporto pronto. Sembrava di vivere in un videogame dove cerchi di scappare ma al tempo stesso devi mantenere insieme le cose più preziose. In quel momento l’unica cosa migliore da fare era obbedire alle istruzioni della sicurezza”.

La promessa ai connazionali

Dopo un periodo di separazione, Olena Zelenska ha finalmente potuto riabbracciare il marito Volodymyr. Nelle ultime settimane il suo lavoro diplomatico si è intensificato, con una serie di contatti con le omologhe internazionali, tra cui Jill Biden, Brigitte Macron e la Regina del Belgio. L’intervista si conclude con un appello ai suoi connazionali:

“Ogni ucraino è ormai sottoposto a un enorme carico psicologico con cui convivere. Viviamo un dramma umano in cui metà della popolazione ucraina vive lontana dalle proprie famiglie, in condizioni difficili e con prospettive incerte. Una volta vinta la guerra imposteremo il programma di ricostruzione dell’Ucraina, per consentire a tutto il popolo ucraino di tornare a essere felice in casa propria”

“Molte persone in questi quasi quattro mesi di aggressione russa mi hanno detto che per loro è difficile anche solo leggere le notizie sull’Ucraina. Li capisco molto bene. È difficile per qualsiasi persona normale e dotata di empatia scoprire ogni giorno come un missile sia entrato in casa di qualcuno, proprio in una stanza e abbia ucciso una famiglia. È difficile guardare le foto di città danneggiate, buchi al posto delle finestre, persone negli ospedali ferite dalle mine.”

Nel frattempo, un nuovo giorno di guerra tra Russia e Ucraina sta andando in archivio.