Non si arresta la corsa dell’inflazione in Italia, a maggio +6,8% su base annua (+0,8% rispetto ad aprile) e in leggero ribasso rispetto alle stime dell’Istat. A trainare l’ennesimo rialzo sono sempre i beni energetici, seguiti a ruota dai prodotti alimentari lavorati. Viene inoltre ritoccato il record storico di aumento, l’ultima volta nel novembre 1990.

Inflazione a maggio, riprende l’impennata di rincari

Dopo la leggera frenata di aprile torna a correre l’inflazione in Italia, giunta a maggio a +6,8% rispetto a un anno fa. Lo comunica l’Istat nel consueto report mensile, sottolineando come sia stata limata dello 0,1% la previsione iniziale. Non ci sono sorprese sui beni che determinano l’ennesima risalita, ossia gli energetici che fanno registrare +42,6%: cresce la forbice rispetto ad aprile 2022, +3,1%.

Salgono anche i prezzi dei beni alimentari, +7,1%, ma anche dei servizi di base (+4,4%). Contestualmente, l’Istat aggiorna nuovamente la previsione d’inflazione attesa al 2022, ora pari a un rialzo del 5,7%. Si mantiene immutato il differenziale negativo tra beni e servizi, fermo a -6,6%, a causa del medesimo aumento (+1%).

Intanto il Codacons presenta un esposto al Garante

A fronte di una nuova stangata per famiglie e imprese il Codacons ha deciso di appellarsi all’Antitrust per indagare sulla speculazione in atto nel nostro Paese:

“I prezzi al dettaglio saliranno ancora per qualche settimana, tuttavia ci sono fenomeni speculativi evidenti come quello sui prezzi dei carburanti. Chiediamo all’Antitrust e alle Procure di tutta Italia di indagare su simili rincari ingiustificati”

Fa eco alla protesta anche l’Unione nazionale dei Consumatori, secondo cui attualmente l’inflazione obbligherà gli italiani a un esborso di 2.302 euro per famiglia.

Anche Confcommercio si è espressa sullo scenario aggiornato in una nota:

“La lieve revisione apportata al dato di maggio è marginale e non cambia le considerazioni in merito. La detassazione di carburanti e bollette energetiche vale 1,3 punti percentuali assoluti, indicando un contributo rilevante delle politiche di sostegno, senza le quali l’inflazione armonizzata si collocherebbe sopra l’8,5%. Almeno per tutta la prossima estate non si dovrebbero osservare significative discese del tasso d’inflazione tendenziale. Sono confermati, dunque, i rischi per un’inflazione al 7% circa per l’anno in corso”.