Mentre in Italia tiene banco l’attualità legata alle elezioni amministrative, in Ucraina la guerra prosegue e giunge drammaticamente al giorno numero 110: vediamo insieme il recap con le principali notizie del giorno

Draghi interviene da Gerusalemme sulla guerra in Ucraina, il recap

Il recap della guerra in Ucraina comincia dalle dichiarazioni del premier Mario Draghi, in viaggio verso Gerusalemme:

“Durante i momenti di crisi, di incertezza e di guerra come quello che stiamo vivendo è fondamentale opporsi con fermezza all’uso politico dell’odio. Dobbiamo promuovere la tolleranza, il rispetto reciproco, l’amore per il prossimo. Questi sono i veri ingredienti di una pace duratura. La storia della comunità italiana di Gerusalemme è un esempio a cui guardare con orgoglio”

Parole che arrivano nel giorno in cui viene annunciato l’incontro trilaterale tra Draghi, Macron e Scholz in Ucraina, insieme al presidente Zelensky, anche se dalla Germania rimbalzano voci discordanti. Intanto, a entrare in clima, ci pensa il diplomatico polacco Przydacz, il quale esorta i tre leader a non fare pressioni su Kiev affinché conceda i territori del Donbass alla Russia.

A proposito di Russia, l’agenzia di stampa Ria Novosti fa sapere che il ministero degli Esteri accoglie favorevolmente il tentativo di mediazione di Papa Francesco, portando avanti la convinzione che un dialogo onesto e aperto sia la soluzione giusta.

L’Ucraina è in difficoltà e reclama nuovi aiuti militari

Sul fronte bellico rimane abbastanza critica la situazione a Severodonetsk, città contesa da diverse settimane tra gli schieramenti. Nella giornata odierna l’esercito di Mosca è riuscito a isolare ulteriormente la roccaforte dai collegamenti con l’esterno, mentre rimangono ancora 500 persone imbottigliate nell’industria chimica Azot. Nel resto del Paese rimangono fortemente interessate da bombardamenti le aree di Chernihiv e Dnipropetrovsk, quest’ultima ormai bersaglio prioritario degli ultimi giorni.

Intanto il presidente Zelensky ha commentato il processo di russificazione di Kherson e Mariupol:

“Nell’ottavo anniversario della liberazione di Mariupol dai terroristi filorussi, stiamo ancora una volta combattendo per questa città e per tutta l’Ucraina. Come allora, nel 2014, Mariupol sarà di nuovo libera. La bandiera ucraina tornerà lì, così come in ogni città e villaggio dove sono arrivati gli occupanti. Perché questo è il nostro Paese e il nostro popolo”

Ma rimane il nodo delle armi in una giornata dove l’istituto Sipri certifica come il rischio di ricorrere al nucleare sia esponenzialmente aumentato. Zelensky e il portavoce Podolyak insistono su questa strada, si attende la risposta della Nato durante la riunione prevista mercoledì. Sempre fonti russe riferiscono poi di un attacco ucraino a Donetsk, con almeno tre vittime. Civili massacrati dalle forze nemiche, così come a Kharkiv e nel resto dell’Ucraina, soggiogate dalla brutalità delle armi adoperate. Amnesty International denuncia un uso ingiustificato di bombe a grappolo e mine nell’oblast

Si sblocca il primo carico di grano verso l’Europa

L’ultimo capitolo del recap giornaliero si apre con una buona notizia: il primo carico di grano da 18 tonnellate ha lasciato i porti ucraini attraccando in Spagna. Decisivo il corridoio polacco via ferro prima dell’arrivo sul Mar Baltico. Unico spiraglio di luce in un futuro che l’Ocse certifica come buio, almeno sino ai primi mesi del 2023. Gli indicatori di previsione stimano un deciso rallentamento della crescita, specialmente nell’Eurozona.

Tornando sulla questione grano, c’è preoccupazione per le future consegne dato il magro raccolto dei mesi interessati dal conflitto. Lo comunica il Commissario europeo all’agricoltura, Janusz Wojciechowski, parlando ai ministri riuniti nel Consiglio agricoltura. Infine, chiudiamo con un dato significativo sulle ripercussioni belliche: dal 24 febbraio la Russia avrebbe incassato 93 miliardi di euro dall’esportazione energetica, di cui circa 57 provenienti dall’Unione Europea.