Riforma pensioni 2023 ultime notizie governo Draghi. Slitta in autunno la definizione delle misure per la riforma delle pensioni, nonostante il dibattito sia sul tavolo del governo da diversi mesi.
Riforma pensioni 2023 ultime notizie governo Draghi
Il tempo stringe, ma i negoziati tra Governo e sindacati sul riordino del sistema previdenziale hanno subito una profonda revisione per il repentino cambiamento di scenario economico, determinato dalla guerra in Ucraina e dalle stime di crescita al ribasso per il 2022. L’unica novità sembra essere la proposta per una Quota 102 flessibile (senza requisiti minimi di età o di contributi). Vi è poi la dispendiosa Quota 41, cavallo di battaglia dei sindacati e nuova bandiera della Lega. Non sembra tuttavia una strada percorribile: secondo le stime INPS, i costi di una Quota 41 per tutti sarebbero pari a 4 miliardi nel primo anno, per arrivare addirittura a 9 miliardi entro dieci anni.
Equilibrio conti pubblici
Al momento, l’unica certezza è la strada maestra indicata nel DEF: «nel pieno rispetto dell’equilibrio dei conti pubblici, della sostenibilità del debito e dell’impianto contributivo del sistema, occorrerà trovare soluzioni che consentano forme di flessibilità in uscita ed un rafforzamento della previdenza complementare. Occorrerà, altresì, approfondire le prospettive pensionistiche delle giovani generazioni».
Fornero in agguato
A questo punto il governo punterà ormai, con ogni probabilità, alla legge di Bilancio per il 2023. “Probabilmente neanche questa legislatura chiuderà il cantiere della flessibilità”, osserva il presidente dell’Inps Pasquale Tridico. A meno di clamorose accelerazioni, a gennaio 2023 non saranno presenti più gli scivoli pensionistici di Quota 102, Opzione Donna e Ape sociale, aprendo dunque la strada alle regole della legge Fornero, 67 anni con almeno 20 di contributi per la pensione di vecchiaia oppure 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva a prescindere dall’età (per le donne un anno in meno) per la pensione anticipata.
BASTA QUOTA 41
Lascino perdere i 41 anni di contributi per tutti è dal 2011 che ci prendono per i fondelli e forse il 41 porta male ……
PARLAMENTARI!!!!! strapagati e nominati ….
BASTA TERGIVERSARE ….. FATE 42 ANNI DI CONTRIBUTI PER TUTTI SENZA PORTE E FINESTRE… MA FATE, FATE E DECIDETE UNA COSA BASATA SUI CONTRIBUTI = PER TUTTI (lasciando i 41 per i lavoratori gravosi, gli abbastanza invalidi o malati, ecc., ecc.) per almeno cinque anni ….ma decidete qualche cosa di onesto nel merito e chiaro nel merito e sostenibile
Per i parlamentari et affini (sindacalisti inclusi) … vitalizio calcolato con il contributivo …….. e somministrabile solo dal 70 anno di età.
L’attuale governo (draghi in primis) e parlamento e quelli precedenti, molti parlamentari attuali e non nel 2011 hanno delegato monti (nominato da giorgio I° senatore a vita) per fare il lavoro sporco: gargamella (ed i piddini nel 2011) ha lasciato fare ……. senza alcun intervento… era troppo preso nello smacchiare il giaguaro, senza guardarsi alle spalle, dal poi senatore semplice …. e compreso il sereno enrico, silviuccio ed i suoi compagni/e di merende e/o cene eleganti, l’energumeno tascabile renatuccio e gli allora pdl (non tutti…ma la maggioranza) giorgina compresa, oggi fratellina d’italia, poi gli italo forzuti, l’italo vivente già senatore semplice allora pd ed i suoi nominati, sono persone che:
a) di età spesso vicini ai 70 anni o oltre e mi chiedo “chi rappresentano?” ;
b) hanno contributi previdenziali scarsi o nulli spesso provenienti solo dalle loro cariche politiche o amministrative, con attuali o future pensioni parallele al vitalizio, contributi previdenziali delle quali sono o figurativi o pagati dalle amministrazioni pubbliche di riferimento (chiedete a Boeri);
c) in maggioranza sono nominati (le elezioni con preferenza ….sono state dimenticate), 400 di loro spariranno (nelle prossime elezioni da 1000 a 600 e questo grazie ai 5S….senza di loro e grillo ed il loro 32% dei voti del 2018 non sarebbe mai avvenuto…..
d) dei pensionandi di allora, attuali e futuri e dei loro anni di contributi se ne sono dimenticati o addirittura nemmeno capiscono cosa sono, scegliendo in alternativa lo spazio elettorale dei percettori il RDC, prima solo dei 5s adesso anche il pd….. sostanzialmente ……. non hai lavoro … ti mantengo e ti faccio sopravvivere …. il lavoro ce l’hai …… e non hai ancora 67 anni…… ti faccio lavorare per 43 anni per ora …. sperando che magari crepi ….. cosi l’inps risparmia;
Sono solo preoccupati che il sistema regga il loro stipendio e relativo vitalizio futuro…..
Elettori …guardate in rete chi votò favorevole (nome per nome) alla legge monti/fornero del 2011 giustificabile negli obiettivi infame e subdola nei metodi decisi applicando le aspettative di vita anche ai contributi (Brambilla ip…. sbaglio tecnico) e ricordatevelo nel 2023 quando si voterà nuovamente (forse) per le politiche.