Giovani e lockdown. La pandemia ha segnato inevitabilmente la vita di ognuno di noi. Chi ha perso il lavoro, chi è rimasto a casa a studiare in DAD, chi ha lottato tra la vita e la morte e chi ha fatto di tutto per uscire da questa situazione drammatica. Tutti colpiti, molti cambiati. A partire dai più giovani.

Giovani e lockdown. Segnati ma con più capacità sul lavoro

Secondo una ricerca dell’Università di Torino e dell’Osservatorio Lavoro e Professioni su ‘Giovani e pandemia’ molti adolescenti hanno riscoperto le proprie doti e qualità attraverso le sensazioni provate in quei lockdown. Lo studio condotto da Sonia Bertolini, sociologa del lavoro, e Claudia Rasetti, psicoterapeuta ha mostrato come su un campione di 1.500 ragazzi, il 93% di essi abbia sperimentato la solitudine e il 33% è stato frequentemente solo. Quello che appare evidente del sondaggio è che maschi e femmine hanno affrontato le varie fasi del Covid in maniera diversa. Le ragazze hanno estremizzato di più le emozioni negative durante le chiusure imposte dal Governo Conte-Draghi. Allo stesso tempo però, hanno avuto reazioni nettamente positive durante l’estate e in generale le riaperture. Al contrario i ragazzi hanno avuto un atteggiamento più costante nell’incertezza di ciò che stava accadendo.

Tristezza, noia e incertezza. Queste le sensazioni diffuse tra i giovanissimi maschi. Legate, nei periodi di semi-libertà, anche accenni di speranza e rabbia. Molti torinesi dal rimanere soli, o dal vivere in famiglia senza vedere soggetti esterni, hanno rielaborato la propria concezione ‘dell’Io’. La introspezione ha portato i ragazzi a prendere coscienza delle proprie abilità. Essi hanno infatti riscoperto la creatività di saper affrontare gli imprevisti alla flessibilità di adeguarsi a nuove regole e dettami. Qualità imprescindibili in chiave lavoro. Queste, infatti, sono le c.d. soft skill trasversali ricercate da molti HR.

Eppure questo evento spiazzante collettivo, non ha portato una risposta univoca. Secondo la sociologa Bertolini chi ha avuto più strumenti ha ricominciato a vivere prima. Altri, i ‘più vulnerabili’ ancora ad oggi provano rabbia e si trovano sicuri solo dentro casa.

 

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