Il vertice europeo ha raggiunto un accordo sull’embargo al petrolio russo che fa parte del sesto pacchetto di sanzioni anti-russe.
L’accordo, scrive il presidente del Consiglio UE Charles Michel, permette un embargo per “oltre i 2/3 dell’import del petrolio dalla Russia, tagliando così una grande risorsa” con la quale “Mosca finanzia la sua macchina da guerra. Massima pressione perché la Russia ponga fine alla guerra“. Il pacchetto di sanzioni su cui il vertice Ue ha trovato l’intesa prevede anche l’esclusione dal sistema swift della Sberbank. Lo ha reso noto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Nel pacchetto anche sanzioni nei confronti di persone responsabili di crimini di guerra. Per dare il via libera all’embargo sul petrolio russo i leader UE hanno concordato di inserire nelle conclusioni una postilla nella quale si prevede l’adozione di “misure di emergenza” nel caso di un’interruzione delle forniture del greggio da parte della Russia. “Il confronto con Putin è necessario per risolvere il problema del grano, della sicurezza alimentare. Il rischio di una catastrofe alimentare è reale: e se non ci sarà una soluzione, dovrà essere chiaro che la colpa è di Putin“.

L’embargo al petrolio russo ridefinisce le politiche energetiche europee

Tutto ciò avviene dopo una giornata importante in ambito di contrattazioni economiche, durante la quale la Turchia di Recep Tayyip Erdogan cerca di riavvicinarsi con Vladimir Putin in merito alle esportazioni di grano.  Il presidente turco ci aveva già provato ieri, attraverso una telefonata a tre con Putin e Zelensky. Una proposta che il leader ucraino si era detto disposto a “valutare, se il presidente della Federazione Russa è pronto a partecipare“, ma subito bocciata dal Cremlino che ha accettato sì la telefonata, ma con il solo Erdogan. Che a sua volta ha poi sentito separatamente Zelensky. Forte della sua posizione nel colloquio di oggi Erdogan ha quindi rilanciato la proposta di mediazione, offrendo Istanbul come sede per un incontro tra Russia, Ucraina e Nazioni Unite, e la Turchia come garante in un eventuale meccanismo di osservazione, se i due belligeranti dovessero trovare un accordo in merito. Stesse proposte avanzate nella telefonata successiva con il leader ucraino. Erdogan ha parlato della necessità di “creare corridoi sicuri” per il trasporto di prodotti agricoli via mare in una telefonata con l’omologo ucraino.

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