Vittorio Emanuele Parsi, politologo, editorialista e accademico italiano, è intervenuto nel corso della trasmissione “Mattina con noi”, condotta da Tommaso Franchi e Manuela Poidomani su Cusano Italia Tv.

Vittorio Emanuele Parsi, non vediamo gli eroi ma ci sono

In merito al conflitto russo-ucraina si è così espresso: “Nel 1945 nessuno ha avuto il dubbio su chi fosse l’aggressore e chi l’aggredito: la guerra era iniziata perché la Germania di Hitler aveva invaso la Polonia ed è finita quando sempre la Germania di Hitler è stata sconfitta. C’è differenza tra chi la guerra la guarda da fuori e chi invece la vive da dentro; loro, i combattenti, certe domande non se le pongono. Gli eroi sono quelli che si difendono, sono quelli che combattono per la libertà della propria patria e per i propri valori. Anche se noi non vediamo gli eroi, questi ci sono comunque”.

La deterrenza nucleare

“La Russia è sulla difensiva, anche se in questo momento è nuovamente sull’offensiva sul fronte meridionale e chi attacca, attacca. Gli ucraini cercano di difendersi per riprendere il proprio territorio e l’allargamento della Nato non ha nulla a che fare come causa di questo ma è più una conseguenza. I Paesi neutrali – vista la condizione in cui si ritrova l’Ucraina, paese neutrale aggredito da un vicino molto più potente che ha violato le leggi internazionali e la parola data – ritengono che sarebbero più al sicuro all’interno della Nato per un motivo molto semplice: la deterrenza nucleare, cioè la capacità di fare capire ai russi che non possono usare nei loro confronti le armi nucleari perché si esporrebbero a una rappresaglia certa. La guerra nucleare quindi funziona come evocazione di qualcosa che non può verificarsi perché nella sua non verificabilità sta l’efficacia della deterrenza. L’Ucraina, dopo tre mesi di guerra, ha una quantità di materiale infinitamente inferiore a quello dei russi, hanno truppe inferiori e hanno mobilitato tutto quello che potevano; i russi di contro hanno mobilitato solo la metà delle loro truppe e parliamo di un Paese che ha un esercito permanete. La partita finisce solo quando qualcuno segna un certo numero di punti e prevale, altrimenti ci sono solo fasi di attacco e di difesa ma non cambia niente dal punto di vista sostanziale”.