L’esame di italiano con cui il calciatore Luis Suarez avrebbe dovuto ottenere la cittadinanza italiana è stato un grande scandalo in Italia. Dal 2018 la procura di Monza indaga sull’accaduto, per capire quante persone siano coinvolte. Dopo quattro anni arrivano le prime condanne, nei confronti di alcuni esaminatori.

Le condanne nel caso dell’esame farsa di Luis Suarez

Nell’inchiesta per l’esame farsa di Luis Suarez, si è arrivati ad un punto di svolta. Si è infatti conclusa con alcune condanne la parte dell’inchiesta iniziata un anno fa, a Monza. Il calciatore uruguaiano sostenne un esame di lingua Italiana (livello B1) all’Università per stranieri di Perugia, con l’obiettivo di ottenere la cittadinanza italiana e favorire il suo arrivo come giocatore comunitario alla Juventus.

Erano nove gli imputati, con l’accusa di corruzione e falso ideologico. La Procura di Monza aveva chiesto una condanna fino a 6 anni durante il processo svolto con rito abbreviato. Il gup ha emesso sette condanne, con due assoluzioni.

Caso Luis Suarez: la ricostruzione dei fatti

I fatti risalgono al periodo che va dal luglio al novembre 2018, quando nella sede di una coop di Seregno, nella provincia di Monza-Brianza, vennero organizzate tre prove di esame.

La condanna più importante, pari a 4 anni e 8 mesi, è stata emessa ai danni di un legale rappresentante della cooperativa di Seregno, convenzionata con un centro studi di Roccadaspide, in provincia di Salerno.

A sua volta era convenzionata con l’Università per stranieri di Perugia, che aveva l’abilitazione a svolgere esami in lingua di italiana di livello A2 e di rilasciare di conseguenza una certificazione.

Due esaminatori, una 42enne di Salerno e un coetaneo di Milano, sono stati invece condannati a 2 anni e 6 mesi, mentre altre presone sono state accusate per aver fatto da mediatori nel trovare ulteriori stranieri interessati alla certificazione falsa.