Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha sorpreso tutti collegandosi nella cerimonia d’apertura del Festival di Cannes. Nella serata che ha aperte le danze allo spettacolo dedicato al mondo del cinema, Zelensky ha voluto figurare in prima persona mostrandosi in uno dei suoi ormai consueti messaggi.

Il presidente ucraino ha rilasciato dichiarazioni forti con richiami importanti al mondo del cinema. In particolare, sono due le citazioni cinematografiche più emblematiche: The Great Dictator di Charlie Chaplin e Apocalypse Now di Francis Ford Coppola:

“Molti dei dittatori del ventesimo secolo amano il cinema ma quello che rimane sono le immagini terribili del documentario, il cinema è una sfida a questi dittatori, il cinema si è battuto per la libertà. Il dittatore perderà ma dobbiamo risentire le parole del 1940: serve un nuovo Chaplin, il cinema non deve rimanere muto”

Zelensky al Festival di Cannes: l’attacco a Putin

Una scelta importante da parte degli organizzatori del Festival di Cannes che ha trovato l’approvazione generale di tutti i presenti. In particolare, la giuria vantava grandi nomi del cinema come Deepika Padukone, Rebecca Hall, Asghar Farhadi, Jasmine Trinca, Ladj Ly, Noomi Rapace, Jeff Nichols e Joachim Trier.

Tornando a Zelensky, il presidente ucraino ha ribadito la mossa avventata della Russia che dal 24 febbraio ad oggi ha provocato solo danni e morti. Ecco le parole utilizzate per descrivere lo scenario bellico:

“La Russia ha cominciato una guerra contro l’Ucraina con l’intenzione di arrivare più lontano in Europa. Il cinema non può restare muto. Tutti i giorni troviamo delle fosse comuni. Non fanno altro che uccidere. Avete visto Bucha, Mariupol. L’inferno non è l’inferno, la guerra è peggio”

Poi un attacco diretto a Putin:

“Avremmo pensato che tutti ormai avessero capito che si possono conquistare le persone attraverso la bellezza avvicinandole di fronte a uno schermo e non con la bruttezza, ammassandole nei rifugi aerei. Avresti pensato che tutti avessero capito che l’orrore su vasta scala della guerra che può travolgere l’intero continente non avrebbe avuto seguito. Ma ancora, allora come adesso, c’è un dittatore. Di nuovo c’è una guerra per la libertà”