Leonardo Russotto, in arte Leonus, è una della voci più interessanti del panorama italiano e da poco l’ha usata in un nuovo singolo intitolato “Sporchi ragazzini”. Il senso di questa pubblicazione e il rapporto con la collega Caffellatte li ha raccontati in diretta al talk-show “Bagheera – Manuale di sopravvivenza dalla giungla quotidiana”, condotto tutti i giorni dalle 17.30 alle 20 su Radio Cusano Campus dal cantautore Bussoletti. L’occasione è stata buona anche per dire agli ascoltatori quali serie tv ama vedere e come crede sia giusto usare il canto nell’espressività di un pezzo.

Sul rapporto con Caffellatte

“Io e Giorgia (Caffellatte, ndr) condividiamo in amicizia un appartamento. Siamo un po’ i Will e Grace della musica italiana, così uniti ma anche così diversi. Direi che ci completiamo. Per esempio io non avevo grande attenzione all’outfit e invece ora ci sto attento: da poco mi sono comprato un papillon di legno che è una bomba. Poi ci influenziamo molto anche musicalmente. Quando qualcosa di nuovo piace ad uno di noi, l’altro è praticamente costretto ad ascoltarlo. Fattivamente registriamo in luoghi diversi ma non è una bugia dire che la musica di Leonus e Caffellatte prenda vita in mezzo al casino di casa nostra.”

Sul senso di “Sporchi ragazzini”

“Quando ho scritto questo pezzo quasi un anno fa non avevo idea di cosa stessi facendo. Buttai un giro di accordi sul pianoforte, distrattamente, senza pensarci troppo. Le parole uscivano fuori da sole, forse ispirate dai discorsi che facevo con mio cugino sull’importanza degli sguardi e dei gesti, su quanto le parole possano essere fuorvianti e a volte dicano esattamente il contrario di ció che in realtà vogliamo dire. È uscita quindi così, di getto. Una volta composta, decisi di registrarla col cell per sentire il risultato finale. Solo quando la riascoltai capii che avevo scritto una cosa per me importante, quasi una psicanalisi di me stesso. Scoppiai a piangere come un idiota.”

Sulla voglia di sperimentare

“Per me sperimentare è una necessità, ho sempre cercato di rifuggire dalle ricette precostituite della musica, anche la divisione per generi stessa mi sta parecchio stretta. Per quanto abbia fatto un grande sforzo a trovare una coerenza in questo album e non perdermi nello sperimentalismo puro come prima, è indubbio che il mio obiettivo sia riuscito solo a metà e che la mia natura “caotica” e “dionisiaca” abbia alla fine il suo spazio. Ma ho imparato ad accettarla. Ricevo a volte critiche, mi dicono che dovrei fare canzoni un po’ più simili tra loro ed evitare di spaziare troppo. Per me in un album questo rappresenta un controsenso enorme. E’ una logica da singoli, per mantenere un filo conduttore con l’ascoltatore. Ma a me vengono i nervi quando ascolto un album che è uguale dall’inizio alla fine, di quelli che ascolti le prime 3 tracce e lo hai ascoltato tutto… Ecco forse, per quanto mi sforzi, non riuscirò mai a fare una cosa del genere. Devo sorprendere me stesso oltre che gli altri, questo è il mio scopo. La musica per me deve anche stupire, eludere, incuriosire. La musica alle volte ti deve dire no, ti deve far ricredere, non dev’essere sempre accondiscendente. Questa forse è una deformazione professionale che viene dal jazz… Maledetto jazz!. ”

Sul Primo Maggio di Caffellatte (risponde Giorgia)

“Se ero tesa? Per nulla. Anzi, avevo una pace interiore quasi da yoga. Guardavo il pubblico e non si vedeva la fine e questo, invece di spevntarmi, mi dava la consapevolezza che non potevo far altro che godermi il Primo Maggio e così è stato. Questa cosa, tra l’altro, mi fa rilfettere su Sanremo. Mi sento pronta. So che è un palco difficile dove sono inciampati grandi come Tricarico o Fiorello ma alla fine è un teatro e la gente con cui hai che fare è quella. Se ho superato liscia la folla oceanica del Primo Maggio…”

Ecco il link del podcast dell’intera intervista di Leonus e Caffellatte:

https://www.radiocusanocampus.it/podcast/leonus/

Ecco il video di “Sporchi ragazzini” di Leonus: