9 maggio, 75° giorno di guerra. In una giornata attesissima per le dichiarazioni di Vladimir Putin alla Parata per la giornata della Vittoria, la Russia prosegue nella sua operazione speciale in Ucraina. Fra le città colpite oggi dai raid di Mosca anche Odessa, in cui era in visita il Presidente della Commissione Europea Charles Michel, che ha voluto celebrare in Ucraina la tradizionale giornata dell’Europa, costretto a rifugiarsi temporaneamente in un bunker.

Il 9 maggio, Putin e la festa sulla Piazza Rossa

9 maggio però è anche la data convenzionale della vittoria della Russia sul nazismo. Nella parata di Mosca hanno sfilato le forze armate della Federazione, davanti agli occhi del Presidente Vladimir Putin. Nel suo discorso, nessun accenno al futuro prosieguo della guerra in Ucraina, ma solo un attacco all’occidente che, secondo il leader del Cremlino, si stava “preparando apertamente per un’operazione punitiva nel Donbass, per un’invasione delle nostre terre storiche, compresa la Crimea”. Putin accusa anche “il blocco NATO, che ha iniziato un attivo sviluppo militare dei territori adiacenti ai nostri. In questo modo – prosegue il Presidente – si è creata una minaccia assolutamente inaccettabile per noi. La Russia ha dato una risposta preventiva all’aggressione; è stata una decisione forzata, tempestiva e l’unica giusta. La decisione di un paese sovrano e forte”.

Unione Europea a due facce

L’Unione Europea continua nella sua opera di sostegno all’Ucraina, ma cerca anche un modo per uscire dall’impasse bellica: se Volodymyr Zelensky definisce Putin “colui che sta ripetendo oggi gli orribili crimini del regime di Hitler, seguendo la filosofia dei nazisti e replicando tutto quello che hanno fatto”, Il Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron cerca di orientare il futuro alla pace: “Non dobbiamo cedere alla tentazione dei revanscismi – avverte Macron – Domani avremo una pace da costruire” e “dovremo farlo con Ucraina e Russia attorno al tavolo. Ma questo non si farà né con l’esclusione reciproca, e nemmeno con l’umiliazione”, avvisa l’Eliseo. Più duro il cancelliere tedesco Olaf Scholz, secondo cui “Putin non ci ha lasciato altra scelta”: per il bundeskanzler infatti la Russia ha leso “il principio dell’inviolabilità dei confini in Europa per il suo progetto di rivincita di un impero russo. Accettare questo – avverte Scholz – significherebbe non solo piantare in asso le vittime, ma anche rafforzare il suo aggressore nella sua azione criminale”.