Erano otto i referendum sui quali, lo scorso febbraio, si è espressa la Corte costituzionale. Ma solo cinque quesiti hanno ottenuto il via libera e riguardano tutti il tema della giustizia.

I cinque quesiti dei referendum sulla giustizia

Domenica 12 giugno, insieme alle elezioni amministrative, si voterà dunque sui quesiti del referendum sulla giustizia promossi da Lega e Radicali. Gli italiani sono chiamati a esprimersi sulla riforma del Consiglio superiore della magistratura, sulla separazione delle carriere e sull’equa valutazione dei magistrati.

È importante sottolineare, però, che questi tre potrebbero essere annullati se prima della data delle elezioni venisse approvata in via definitiva dal Parlamento la “riforma Cartabia”, che interviene sulle stesse questioni.

La consultazione popolare però riguarderà anche la custodia cautelare e il tema dell’incandidabilità e il divieto di ricoprire cariche istituzionali: la cosiddetta Legge Severino.

Per una giustizia giusta, dicono i promotori. I referendum non vanno a migliorare i diritti e la domanda di giustizia da parte dei cittadini, replicano i contrari.

Un dibattito particolarmente polarizzato insomma, come era prevedibile. Forse un po’ assopito. Complice la crisi geopolitica, sono in effetti pochi i terreni di confronto tra le due posizioni, sebbene al voto manchi poco più di un mese.

Intanto l’Associazione Nazionale Magistrati conferma le barricate contro il provvedimento governativo e annuncia lo sciopero delle toghe per il prossimo 16 maggio. Il motivo? La riforma Cartabia, animata più da spirito di rivalsa che dalla preoccupazione di preservare la qualità dei provvedimenti giudiziari, non è per la giustizia ma è contro i magistrati.

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