Aumento prezzi, gli Italiani riducono i beni alimentari. Un campanello d’allarme sulla tenuta dei consumi delle famiglie. Nel primo mese di guerra infatti risulta un calo significativo del 6% sulla quantità dei beni alimentari acquistati. Mentre è dello 0,5% il in meno il valore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In controtendenza – rileva la Coldiretti – volano solo gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare un balzo del +7,6% nelle vendite in valore. “Il risultato dei discount evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo e su beni essenziali»

Quasi la metà degli Italiani ha già ridotto gli acquisti

Già ad aprile dai risultati di un sondaggio di coldiretti diffuso in occasione dei dati Istat sull’inflazione a marzo, emergeva che quasi un italiano su due (49%) ha tagliato la spesa nel carrello. La causa è l’aumento record dei prezzi trascinato dai rincari energetici e dagli effetti della guerra in Ucraina che riduce il potere d’acquisto dei cittadini.
Una flessione preoccupante anche per Assoutenti che, dopo gli ultimi dati sulle vendite al dettaglio forniti dall’Istat, traccia un quadro del fenomeno. “Se tale trend dovesse essere confermato anche nei prossimi mesi, si tratterebbe di una riduzione della spesa alimentare che, al netto dell’inflazione, vale circa 450 euro annui a famiglia.”

Aumento prezzi: a rischio 6,4 miliardi di spesa alimentare in Italia nel 2022

Il caro-prezzi mette così a rischio circa 6,4 miliardi di euro di consumi alimentari che potrebbero essere tagliati dagli italiani nel corso del 2022 per far fronte all’emergenza in atto – stima Assoutenti .

“Le famiglie riducono anche la spesa per il cibo, bene primario e indispensabile, e questo è un campanello d’allarme che il Governo non può permettersi di ignorare – afferma il presidente Furio Truzzi – E’ necessario adottare misure urgenti tese a salvare i bilanci familiari, partendo dall’individuazione di un paniere di beni per il quale fissare prezzi amministrati, affrontando una situazione di emergenza con misure eccezionali, come avvenuto in passato”.

Record prezzi e caro-bollette: olio +63,5%, farina +17,2%, burro +15,7%

A pesare sulla forte contrazione dei consumi alimentari non solo il caro-bollette, ma l’escalation dei prezzi al dettaglio registrata dal comparto. Gli ultimi dati Istat segnano per i beni alimentari un incremento dei prezzi del +1,5% su base mensile e del 6,7% annuo. In testa alla classifica dei rincari si piazzano gli oli alimentari i cui listini salgono del +63,5% rispetto al 2021, Farina +17,2%, Burro +15,7%, Pasta +14,1%, Pollo +12,2%, Verdura +12%, Frutti di mare +10,2%, Gelati +9,5%, Uova +9,3%, Succhi di frutta +8,9%, Pane +8,4%, Frutta fresca +7,8%, Pesce fresco +7,7%.