Due lettere vicine, Br, incise con una lama sul pannello d’acciaio dell’ascensore. Avviene negli studi Rai di Saxa Rubra, all’interno della palazzina che ospita il Tg2, ma quel simbolo ha un significato ben preciso e rimanda direttamente alle Brigate Rosse. Ad accorgersi dell’atto vandalico e intimidatorio è proprio una giornalista del telegiornale, che ha informato i superiori dell’accaduto. Il direttore del notiziario, Gennaro Sangiuliano, ha immediatamente sporto denuncia alla Digos, che ora indaga sul caso.

Simbolo Brigate Rosse in palazzina Tg2, le reazioni politiche

La notizia della comparsa di un simbolo chiaramente riconducibile alle Brigate Rosse negli studi Rai scuote l’ambiente politico, che dimostra vicinanza al direttore Sangiuliano e all’intera redazione del Tg2. Da viale Mazzini, tuttavia, non sono arrivate dichiarazioni:

La presidente del Senato, Elisabetta Casellati, lo definisceAtto intimidatorio e vergognoso. Ma la solidarietà è totale da tutti gli schieramenti.

Dopo le polemiche di questi giorni ora arriva una grave minaccia. La libertà di informazione non si tocca“, scrive Giuseppe Conte su Twitter. Enrico Borghi, Pdrimarca: “Utilizzare un simbolo come quello delle Brigate Rosse, che ha insanguinato l’Italia, è un gesto inqualificabile e vigliacco. Un grave atto, doppiamente da condannare perché rivolto a operatori dell’informazione“.

Sul fronte liberale arriva il cordoglio anche di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, seguita a ruota da Matteo Salvini:

L’informazione libera è un pilastro indiscutibile della democrazia. La condanna unanime da parte di tutte le forze politiche è doverosa“.

Nessuno spazio al fanatismo e all’intimidazione dei giornalisti, soprattutto in un momento storico come quello che stiamo vivendo. Le voci fuori dal coro vengono censurate, attaccate, intimidite”.

Da Forza Italia il senatore Maurizio Gasparri precisa: “Siamo per fortuna lontani dagli anni di piombo. Ma circolano troppi cervelli di segatura. Solidarietà al Tg2. Quella delle Br fu una sanguinosa e lunga storia di terrorismo comunista che non va evocata nemmeno per scherzo“.