Acque agitate nella maggioranza di Governo. Tra dubbi internazionali e scossoni nei partiti, la settimana politica italiana è chiamata a dare una serie di risposte precise. A cominciare dalla posizione dell’Italia rispetto alla guerra in Ucraina, più volte richiesta da Lega e M5S. Tra i pentastellati c’è attesa per capire come si evolverà il “Caso Petrocelli“, sia dal punto di vista giudiziario che parlamentare. Infine la bufera sul ministro della Difesa Guerini a proposito delle intenzioni belliche anti-Russia. Sul fronte dell’agenda politica, intanto, Draghi è pronto a volare negli Usa la prossima settimana per poi riferire in Parlamento il 18 maggio.

Governo Draghi diviso tra Ucraina e “Caso Petrocelli”

In cima alla lista dei problemi in corso per il Governo Draghi c’è la questione Ucraina, su cui Conte e Salvini pretendono chiarezza. Le perplessità sono sorte dopo l’invio del secondo pacchetto di armi a sostegno dell’esercito di Kiev, interpretato dal leader M5S come un intento bellico in tutto e per tutto. Il pressing è forte, affinché non venga del tutto abbandonata la pista che porta al dialogo e ai negoziati di pace. Giuseppe Conte ribadisce la linea del Movimento:

È evidente che dopo due mesi di attività bellica ci debba essere un confronto in Parlamento per capire quali posizioni il governo porterà ad esempio a Washington e mentre si preannuncia anche un passaggio a Kiev. E’ inevitabile che il governo italiano riceverà delle chiare posizioni dagli Usa per questo è importante che porti anche delle chiare posizioni dell’Italia“.

A lui si accoda il leader del Carroccio Matteo Salvini:

La priorità è cessare il fuoco e salvare vite. Non penso che dopo due mesi e mezzo la risposta siano altre armi e altri morti. Spero non ci sia qualcuno che abbia interesse di far proseguire la guerra, di sicuro non gli italiani

Entrambi concordano inoltre sulla condanna ferma alle parole del ministro della Difesa Lorenzo Guerini, il quale aveva poi corretto il tiro.

Infine tiene banco il “Caso Petrocelli”. Il presidente della Commissione Esteri rimane al suo posto dopo il post incriminato e, in generale, un comportamento ostile nei confronti della linea governativa sull’Ucraina. Qui si apre una spaccatura profonda all’interno del M5S tra l’ala di Conte e quella di Di Maio sulla possibile successione. L’ex premier punta sulla candidatura di Ettore Licheri, mentre il ministro degli Esteri spinge sul nome di Simone Nocerino. Non è escluso, pertanto, che di fronte ad un’impasse la partita possa essere decisa a scrutinio segreto.