Baby gang in rosa. Offendevano e deridevano le loro vittime sui social, poi le attiravano in luoghi appartati di Siena e qui procedevano ad aggressioni fisiche e verbali filmate con i telefonini. Le immagini poi erano condivise sui social network. Così 10 giovanissime, tra i 14 e i 15 anni, sono indagate.

Si sporgono aggrappati al tram in movimento. In rete è il video di due ragazzi aggrappati all’esterno del tram in movimento in una corsa serale sulla linea Firenze-Scandicci. I due sono protagonisti di una bravata molto pericolosa.

Attraversano la strada mentre sfrecciano le auto. Nella scorsa estate è capitato di leggere che adolescenti si divertano ad attraversare la strada mentre passano le auto e altri che si sdraiano sul selciato sfidando la morte.

Le gesta filmate e poi pubblicate sui social e nelle chat

Stuprano e fanno i video che poi diffondono sui social. E’ successo a Reggio Emilia ma anche altrove che giovanissimi, in gruppo, stuprino una coetanea e che filmino le loro gesta. Naturalmente le immagini vengono poi divulgate via social.

Seguono chat dove si danno consigli per suicidarsi. Il caso di due diciannovenni romani che si sono suicidati con un preparato a base di nitrito di sodio ha fatto scattare le indagini su una community mortale che istigava al suicidio e che aveva 17mila iscritti in tutto il mondo.

Sono alcuni fatti riportati da quotidiani negli ultimi tempi e viene da porsi una domanda: sono sempre esistiti oppure oggi li conosciamo perché i mezzi di comunicazione sono sempre più invasivi?

Oppure la pandemia ha provocato o aggravato questi comportamenti tra i giovanissimi?

Stefano Bisi