Del Primo Maggio di quest’anno tra tanti commenti sulle morti sul lavoro e sui diritti negati voglio ricordare una buona notizia. Viene da Sansepolcro, provincia di Arezzo, e riguarda cinque operai pakistani assunti da una ditta locale dopo essere stati licenziati da un’azienda fiorentina via Whatsapp perché si sarebbero rifiutati di svolgere turni di 12 ore e di lavorare il giorno di Pasquetta.

L’imprenditore solidale

L’imprenditore solidale si chiama Mauro Marini e appena letta la notizia dei licenziamenti ha comunicato la volontà di assumere i cinque operai nella propria azienda che produce zaini per la forze armate.

“Siamo una società multietnica, ed è impossibile prescindere dai lavoratori stranieri, ho già otto dipendenti pakistani e tutti vanno tutelati”,

ha detto l’imprenditore. Un buon segnale che è arrivato proprio il Primo Maggio, festa del lavoro.

L’attualità del Quarto Stato, il dipinto di Pelizza da Volpedo ora esposto a Firenze

E a ricordarci che lavorare, in sicurezza e con la giusta retribuzione, è un dipinto, il Quarto Stato di Pelizza da Volpedo, che risente del socialismo umanitario di fine Ottocento, ma ha un significato molto attuale. Fino al 30 giugno l’opera sarà esposta a Firenze, in Palazzo Vecchio, e osservandola mi impressiona la folla che avanza alla ricerca di un futuro sereno. Ci sono uomini, madri e bambini, che camminano compatti e uniti nell’ideale che non tramonta mai, quello del lavoro, sicuro e onesto, bene supremo che significa speranza di autorealizzazione e sicurezza sociale. E’ un diritto che viene da lontano e che è sancito nella nostra Costituzione ma soprattutto che va garantito ogni giorno.

Stefano Bisi