Continuano le notizie dal fronte bellico su Russia ed Ucraina, con la giornata del 5 aprile che si apre dopo la dichiarazione “rubata” al presidente Zelensky su un presunto piano per Mariupol. Tra i temi più discussi c’è difatti la ricerca di corridoi umanitari che possano aiutare il popolo ucraino a fuggire dalle zone maggiormente sotto attacco.

Guerra Russia Ucraina: le notizie di oggi

Zelensky si rivolge al Consiglio di sicurezza dell’Onu – Ore 00.04

Intorno alla mezzanotte italiana, il presidente ucraino Zelensky ha fatto sapere di volersi rivolgere direttamente al Consiglio di sicurezza dell’Onu. Difficile sapere le modalità con cui si stabilirà tale contatto, sia esso un video messaggio o un vero e proprio collegamento, ma l’obiettivo è quello di approfondire il tema della sicurezza e dei diritti umani.

Proprio su questo argomento, intanto, il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba ha avuto un primo contatto con Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu. Nell’occasione, quest’ultimo ha sottolineato l’impegno da parte del capo degli affari umanitari delle Nazioni Unite, Martin Griffiths, nel voler un cessate il fuoco umanitario in Ucraina.

Nuovo piano dei russi per conquistare Kharkiv – Ore 00.40

Mentre il presidente ucraino rilasciava un nuovo messaggio in cui dichiarava le intenzioni dei russi di nascondere i propri crimini, Oleksandr Motuzyannyk, portavoce del ministero della Difesa ucraino. annunciava un nuovo piano bellico di Putin.

A quanto pare, l’intenzione delle truppe russe sarebbe quella di circondare le truppe ucraine e conquistare Kharkiv, in una nuova azione offensiva strategica. Il tutto probabilmente cercando di nascondere le proprie tracce come dichiarato qualche ora prima da Zelensky:

“Dobbiamo anche essere consapevoli del fatto che dopo l’annuncio dell’omicidio di massa di civili nella regione di Kiev, gli occupanti potrebbero avere un atteggiamento diverso nei confronti dei loro crimini in un’altra parte del nostro Paese. Stanno già cercando di nascondere le loro colpe negli omicidi di massa a Mariupol. Faranno decine di interviste, registrazioni rieditate, uccideranno le persone apposta in modo che sembri che qualcun altro le abbia uccise”.

Medvedev avverte sulle possibili conseguenze dell’espulsione dei diplomatici – Ore 03.50

La giornata di ieri è stata segnata anche dai provvedimenti di Francia e Germania soprattutto che avevano espulso diversi diplomatici delle ambasciate russe. In particolare, Parigi ne aveva allontanati 35 contro i 40 di Berlino, una mossa che non ha di certo fatto piacere ai russi che hanno voluto rispondere a tali azioni.

A chiarire la posizione russa è stato il vice capo del consiglio di sicurezza, Dmitry Medvedev, che ha parlato di risposta proporzionale e “simmetrica”:

“Tutti conoscono la risposta: sarà simmetrica e distruttiva delle relazioni bilaterali. Se continua così, sarà opportuno chiudere la porta delle ambasciate occidentali. Sarà più economico per tutti. E poi finiremo per guardarci l’un l’altro in nessun altro modo che attraverso il mirino delle armi”.

In molte città suonano le sirene d’allarme – Ore 05.15

È stato uno dei simboli più tenebrosi di questa guerra che già dai primi giorni aveva attivato le sirene d’allarme a Kiev. Proprio dalla città ucraina, il giornale locale Kyiv Independent, ha annunciato di sirene dei raid aerei in “quasi tutte le regioni”.

In particolare sono questi i paesi attualmente indicati nell’articolo in cui la minaccia aerea pare essere uno dei principali timori:

“Cherkasy, Chernivtsi, Dnipropetrovsk, Donetsk, Ivano-Frankivsk, Kharkiv, Khmelnytsky, Kirovohrad, Kiev, Leopoli, Mykolaiv, Odesa, Poltava, Rivne, Sumy, Ternopil, Vinnytsia, Volyn, Zakarpattya, Zaporizhzhia, Zhytomyr”

Zelensky sul massacro di Bucha – ore 9.08

“Ci sono già informazioni che il numero delle vittime degli occupanti potrebbe essere ancora più alto a Borodyanka e in alcune altre città liberate che a Bucha.”

“Incontro con Putin difficile” le parole di Zelensky – 10.01

Secondo quanto riportano i media locali, Zelensky ha dichiarato che un incontro direttamente con Putin sembra essere improbabile. Questo nonostante le recenti dichiarazioni del Presidente russo che nelle ultime ore aveva dichiarato che “l’incontro è possibile”.

La UE annuncia visita della Von der Leyen a Kiev nei prossimi giorni – ore 11.04

Il portavoce della Commissione Europea, Eric Mamer ha confermato la visita a Kiev da parte della presidente della Commissione Ursula von der Leyen, insieme all’alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell. I dirigenti UE incontreranno il presidente dell’Ucraina Volodymir Zelensky prima dell’evento ‘Stand Up For Ukraine’ di sabato a Varsavia.

Il Presidente della Repubblica Mattarella si pronuncia sulla guerra – ore 13.40

Nel clima cupo dovuto agli scontri bellici tra Russia ed Ucraina, al Quirinale facevano ritorno gli atleti impegnati nei Giochi Olimpici e Paralimpici invernali di Pechino. Nell’occasione, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto esprimere il suo messaggio di speranza in merito alla guerra in corso:

“Stiamo operando perché malgrado tutto, malgrado le orribili immagini che siamo costretti a vedere si recuperi ragionevolezza nel mondo e nel nostro Continente. L’invocazione alla pace, alla libertà, alla democrazia, alla collaborazione internazionale non è soltanto un’invocazione è un’indicazione di obiettivi, è un richiamo a valori”.

L’ambasciatore russo risponde all’Italia dopo l’esclusione dei 40 diplomatici – ore 14.31

La notizia di giornata è stata l’espulsione di 40 funzionari della diplomazia russa dall’Italia, un tema su cui si è espresso anche il Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. La risposta da parte dei russi non è tardata ad arrivare con l’ambasciatore Sergey Razov che da Roma “ha esplicitamente protestato contro la decisione immotivata dell’Italia che porterà ad un ulteriore deterioramento delle relazioni bilaterali e ha dichiarato che questo passo non rimarrà senza risposta da parte russa”.

Ursula von der Leyen comunica nuove sanzioni alla Russia – ore 14.58

Era una delle voci più attese di questa giornata: la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel corso del suo intervento odierno ha annunciato il quinto pacchetto di sanzioni contro la Russia. I passaggi più significativi riguardano l’embargo russo del gas che rappresenta una valore di 4 miliardi di euro all’anno, oltre a “nuovi divieti di importazione specifici, del valore di 5,5 miliardi di euro, per tagliare il flusso di denaro della Russia e dei suoi oligarchi, su prodotti dal legno al cemento, dai frutti di mare ai liquori”. Infine, il blocco dell’Unione Europa alle navi e gli autotrasporti russi e bielorussi a concludere il nuovo pacchetto sanzioni .

Mario Draghi sostiene le sanzioni contro la Russia – ore 15.58

A distanza di appena un’ora dalla presentazione del nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia, anche il Premier italiano Mario Draghi ha voluto mostrare il proprio sostegno ai provvedimenti:

“L’Italia e l’Unione Europea sostengono il popolo ucraino, in lotta per la pace e per la libertà. La Commissione Europea ha appena annunciato un nuovo pacchetto dì sanzioni nei confronti di Mosca. L’Italia è pienamente allineata al resto dell’Unione Europea e appoggia con convinzione le misure restrittive presentate dalla Presidente von der Leyen”.

Ex soldati russi si schierano con l’Ucraina – ore 16.35

Nel pieno del conflitto bellico, arriva il punto stampa di Interfax Ucraina che riporta una notizia del tutto inaspettata: tre ex soldati russi hanno deciso di voltare le spalle a Putin, schierandosi con le milizie di Kiev. Il “fenomeno” pare che si stia diffondendo sempre di più tra le fila russe con lo stesso ex soldato che ha comunicato:

“Ho saputo che nelle ultime 24 ore ci sono state 300 richieste per entrare nella nostra legione per combattere il regime di Putin”.

Nell’occasione, nessuno ha voluto fornire dettagli sulla propria identità riferendo che “la sicurezza nostra e delle nostre famiglie rimaste in Russia, senza la possibilità di andarsene. Se parliamo, i nostri parenti saranno perseguitati”.

Zelensky insiste sulla linea del processo per crimini di guerra – ore 17.24

Nel frattempo, il presidente Ucraino continua ad invocare un processo a Putin per crimini di guerra ricordando le operazioni nefaste della Russia. Nello specifico, Zelensky ha richiamato quanto accaduto a Bucha per sottolineare che è “solo uno degli esempi dei crimini di guerra russa” ricordando che ci sono immagini satellitari e numerose prove a sostegno della sua tesi.

Sempre Zelensky ha poi invocato un provvedimento che rifletta quanto accaduto a Norimberga dopo la Seconda Guerra Mondiale:

“Serve un tribunale sul modello di Norimberga per processare la Russia per i suoi crimini di guerra in Ucraina”.

Zelensky richiama l’Onu: “Togliere diritto veto a Russia o potete chiudere” – ore 18.20

Senza mezzi termini, Zelensky ha parlato chiaramente all’Onu, chiedendo di estromettere la Russia: “Dove sono le garanzie che deve dare l’Onu? Dov’è la pace che il Consiglio di sicurezza deve costruire? Il diritto di veto non può significare diritto a uccidere. La Russia vuole uccidere più civili possibili. Se la tirannia avesse ricevuto una risposta internazionale, adesso forse la guerra non ci sarebbe più, non ci sarebbe una guerra nel mio paese contro il popolo ucraino. Se avete solo parole vuote e non potete fare niente per noi, allora l’opzione è smantellare le Nazioni Unite”

Kiev sul massacro di Bucha: “I russi hanno bruciato 6 corpi di civili” – ore 20.01

L’Ufficio del procuratore generale dell’Ucraina nella giornata di oggi ha aggiunto dettagli rispetto all’ormai nota vicenda di Bucha: “Durante l’occupazione della città di Bucha, i militari delle Forze armate della Federazione Russa, in violazione del diritto umanitario internazionale, hanno ucciso civili e dato fuoco ai loro corpi per coprire il crimine”.