A Bucha, piccola città alle porte di Kiev, il massacro dei civili è stato deliberato: circa 300 morti. Il sindaco Anatoly Fedoruk ha denunciato come tutte le persone sono state uccise con colpi d’arma da fuoco alla nuca. Tra le vittime, l’ex calciatore del club Seagull Second League Oleksandr Sukhenko, insieme ai genitori.

Il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, si è così pronunciato: “Quello che è accaduto a Bucha e in altri sobborghi di Kiev può solo essere definito genocidio commesso dai soldati russi, a nordovest della capitale ucraina. Vladimir Putin è responsabile di questi crudeli crimini di guerra”. Ha poi aggiunto: “Chiedo al mondo e in particolare alla Germania di porre fine immediatamente alle importazioni di gas dalla Russia. Neanche un euro dovrebbe andare alla città, sono soldi insanguinati usati per massacrare persone. Deve arrivare immediatamente l’embargo su gas e petrolio”.

Anche per Human Rights Watch, l’organizzazione non governativa internazionale che si occupa della difesa dei diritti umani, ci sono prove di crimini di guerra commessi a Bucha. Il portavoce ha affermato: “Abbiamo intervistato una donna che ha visto le truppe russe radunare cinque uomini e sparare a uno di loro alla nuca, uccidendolo. Abbiamo documentato un evidente caso di esecuzione sommaria da parte delle forze armate della Federazione Russa a Bucha il 4 marzo scorso”,

Il consigliere del presidente ucraino Mykhaylo Podolyak ha scritto così sui civili su Twitter, postando una foto con tre cadaveri per strada, uno dei quali ha le braccia legate dietro la schiena: “Queste persone non erano nell’esercito. Non avevano armi. Non rappresentavano una minaccia. Quanti altri casi simili stanno accadendo in questo momento nei territori occupati?”.

E Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, commenta: “Sono scioccato dalle immagini inquietanti delle atrocità commesse dall’esercito russo nella regione liberata di Kiev. L’Ue sta assistendo l’Ucraina e le ong nella raccolta delle prove necessarie per il perseguimento presso le Corti internazionali”.