Dopo la notizia delle nuove gare d’appalto per le assegnazioni balneari dal 2023, i balneari si sono opposti al grido di “No alle aste“. Molte le manifestazioni sul territorio nazionale che chiedono maggiori tutele per un sistema turistico balneare che rischia di essere azzerato invece che sviluppato, difeso e preservato. Su Cusano Italia Tv p intervenuto il presidente di Assobalneari Fabrizio Licordari.

Presidente la situazione rimane critica visto il nodo sulle assegnazioni balneari

Noi questi concetti li stiamo esprimendo da tempo, sperando che vengano raccolti nella misura più ampia possibile. Io devo dire che l’esposizione dei fatti e di come alcuni esponenti politici come Giorgia Meloni è stata chirurgica. Il fatto è che oggi chi dovrebbe avere la conoscenza della materia e chi dovrebbe tutelare le imprese italiane non ha la conoscenza della materia e non sta tutelando le nostre imprese. Secondo il mio parere questo dovrebbe essere il compito di chi governa il paese così da difendere qualsiasi impresa italiana, soprattutto in questo periodo di difficoltà economica.

In questo momento però vedere che il nostro Governo si sta muovendo su tutto tranne che per la tutela del nostro panorama d’impresa ci lasca senza parole. Espropriare 30.000 imprese per dare la possibilità a persone e multinazionali di poter entrare nel nostro paese ed impossessarsi grazie a questo lasciapassare delle nostre coste che producono economia che rimangono in Italia è assurdo. Bisogna far capire agli italiani che alcune volte viene fatta una comunicazione sbagliata per far apparire le nostre aziende come imprese che sfruttano un bene pubblico con interessi particolari, quando noi attraverso gli investimenti tuteliamo e curiamo le nostre coste.

I costi che avete da metter in conto sono ancora tanti

Esatto noi paghiamo un’imu non essendo proprietari, sosteniamo inoltre un’iva al 22%. Questo però purtroppo ricade sui nostri clienti. Già se il governo abbassasse questi costi sarebbe un rilancio per il nostro settore, visto che le altre imprese turistiche nazionali hanno l’iva molto più bassa. Noi abbiamo avuto in concessione aria, sabbia e sole. Un imprenditore ha immaginato che dove c’era questo nulla possa nascere un’azienda. Questo è avvenuto nel corso degli anni per arrivare a quello che tutti noi vediamo sulle nostre spiagge. Ovvero un sistema turistico consolidato. Tutto questo rischia di essere azzerato appannaggio di qualcun altro che si improvvisa ricostruendo da capo quello che abbiamo costruito in questi decenni. Non abbiamo intenzione quindi a cede il nostro lavoro e andare avanti in azioni tecnico legali per chiedere responsabilità del danno che stanno creando.

Le possibili soluzioni alla data del 2023 riguardo le assegnazioni balneari

Gli albergatori hanno espresso legittimamente negli emendamenti presentati e proposti, chiedono di avere una possibilità di una prelazione sulla spiaggia che già oggi che hanno in concessione cosi da non perderla vista l’attività alberghiera alle spalle. La perdita ad esempio di una spiaggia legata all’hotel potrebbe causare anche un deprezzamento dell’offerta legata a quella struttura. Poi soprattutto, ci son gli alberghi che hanno la spiaggia che hanno la concessione ma anche quelli che hanno una convenzione con i concessionari balneari dello stabilimento in modo tale da offrire un servizio che va ad integrarsi uno con l’altro. Penso quindi che alla stregua dell’albergo debba essere considerata una struttura ricettiva anche lo stabilimento balneare.

Il 5 e 6 aprile a Riccione il 5° Summit G20 Spiagge

Dall’incontro ci aspettiamo intanto una presa di posizione da parte dei comuni che ne fanno parte. Gli stessi sarebbero quelli che dovrebbero iniziare a lavorare per le gare, come da intenzione del Governo. Mi auguro che i comuni difendano e tutelino un comparto che conoscono molto bene, essendo l’istituzione più vicina al territorio. Pertanto gli stessi esprimano la loro preoccupazione al Governo di perdere e di depauperare un così grande comparto di natura economica. In secondo luogo che facciano presente le difficoltà di natura tecnico amministrativa per ottemperare alla relata del territorio completamente ignorato da Palazzo Chigi. Nel dettaglio al momento i comuni non sono al momento in grado di gestire bandi dal 2023, preoccupazione già espressa dalle regioni.