L’endometriosi colpisce 160mila donne in Lombardia, il 10% del genere femminile ne soffre. Numeri molto alti. Ed è solo parzialmente riconosciuta.

Secondo l’OMS, le malattie croniche socialmente invisibili rappresentano quasi l’80% dei disturbi attuali. Parliamo delle malattie mentali, del cancro, del lupus, del diabete, dell’emicrania, dei reumatismi, della fibromialgia. Patologie debilitanti per chi ne soffre e che obbliga le persone ad affrontare una società abituata a giudicare senza conoscere.

«Non possiamo cambiare il passato, ma forse possiamo provare a costruire un futuro diverso per chi, ancora oggi, si danna in un dolore senza nome e senza legittimazione».

Giorgia Soleri, influencer e attivista di 26 anni, con queste parole sintetizza un lungo e doloroso percorso legato all’endometriosi. Malattia invalidante che solo dopo anni e anni di visite le è stata diagnosticata. Poi l’operazione e ora la divulgazione (anche) sui social, che la spinge a raccontare la sua storia per essere d’aiuto ad altre donne.

L’endometriosi è parzialmente riconosciuta. L’esenzione e i giorni di malattia possono essere richiesti da coloro che hanno una diagnosi di endometriosi al terzo o quarto grado. I trattamenti spesso costosi non sono dunque accessibili a tutte le persone con diagnosi di endometriosi.

OLTRE A ENDOMETRIOSI ANCHE ALTRE PATOLOGIE

Malattie invalidanti, dolorose e spesso estremamente costose da curare, come la vulvodinia, la neuropatia del pudendo o la fibromialgia. Queste colpiscono prevalentemente donne alla nascita senza che vengano riconosciute dallo Stato e dal Servizio Sanitario Nazionale. Anche le tutele per le persone che soffrono di endometriosi sono parziali e i tempi per arrivare ad una diagnosi sono lunghissimi. Le storie delle donne a cui è stata diagnosticata una di queste malattie invisibili delineano percorsi fin troppo simili. Anni di visite specialistiche, dolori che diventano insostenibili, sintomi sottovalutati dal personale medico, anche quando si tratta di patologie molto invalidanti.

Perché queste malattie prevalentemente femminili sono invisibili? I movimenti femministi parlano a tal proposito di “medicina patriarcale”, proprio a rimarcare l’inevitabile influenza culturale e sociale sulla medicina. La vulvodinia è una patologia che colpisce l’organo genitale femminile ed è dovuta alla crescita disordinata di piccole terminazioni nervose a livello vulvare. Colpisce circa il 12-15% delle donne e può compromettere seriamente la qualità della vita. Le cause che possono innescare questo sintomo doloroso sono molteplici e non sempre note. Da infezioni batteriche a predisposizione genetica alle infiammazioni, da lesioni del nervo pudendo a traumi vari fino anche a un abbigliamento troppo stretto.

LEGGI ALTRE NEWS DI MEDICINA