Ristorazione, Fipe: solo per il 16% delle imprese si può parlare di ripartenza.
La lunga tempesta scatenata dall’emergenza Covid-19 non accenna a placarsi e se le restrizioni e le misure di contenimento cominciano in questi mesi ad allentare la morsa, l’improvvisa impennata dei prezzi delle materie prime e il caro energia preoccupano da vicino gli imprenditori.

Ristorazione, Fipe: solo per il 16% delle imprese si può parlare di ripartenza

Il 2021 avrebbe dovuto essere l’anno della ripartenza ma è stato effettivamente così soltanto per il 16% delle imprese che hanno visto crescere i propri fatturati di un debolissimo 10%.
Per il 73% degli imprenditori, invece, il calo del volume di affari è stato verticale, a causa delle lunghe limitazioni con conseguente contrazione dei consumi.

Scomparsi 194mila posti di lavoro

Gli italiani hanno speso oltre 24 miliardi di euro in meno nei servizi di ristorazione rispetto al 2019, equivalente al 27,9%. Naturale conseguenza di questa dinamica, e del relativo clima di sfiducia che si è sviluppato attorno al settore, è stata la scomparsa di 194mila posti di lavoro rispetto al periodo pre-covid.
Sono questi i dati sullo stato di salute del comparto che ha presentato l’ufficio studi di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi, nel suo tradizionale rapporto annuale, realizzato in collaborazione con Bain&Company e Tradelab, presentato a Roma alla presenza del presidente Lino Enrico Stoppani e di Romina Mura, presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati.

 

Il green pass rafforzato resterà in vigore fino al 30 di aprile nei servizi di ristorazione al banco al tavolo al chiuso, piscine, palestre e centri benessere. Convegni e congressi, centri culturali, centri ricreativi, feste conseguenti a cerimonie civili e religiose, sale a gioco e scommesse. Una disciplina che con gradualità ci porterà il primo maggio al superamento del Green pass”. Il video sulle dichiarazioni del ministro Speranza in conferenza stampa

Ristorazione, Fipe : il conflitto in Ucraina e le conseguenze per le imprese

“La fotografia scattata attraverso il nostro rapporto – sottolinea il presidente Stoppani – si arricchisce di ulteriori elementi di stringente attualità. Il deflagrare del conflitto bellico in Ucraina sta infatti avendo e continuerà ad avere un impatto fortissimo sulle nostre attività, sia per gli effetti sulla dinamica dei prezzi delle materie prime energetiche e sull’approvvigionamento di specifiche materie prime alimentari, sia per le giuste e necessarie sanzioni elevate dalla comunità internazionale a carico della Russia e sia per l’effetto domino sui flussi turistici, linfa vitale per il nostro settore.

Fipe: lo scontrino medio non è salito

Il rapporto analizza le principali variabili macro di un settore importante per l’economia italiana, sia in termini di PIL che di occupazione, e non trascura anche alcuni fenomeni micro come, ad esempio, quello relativo alla dinamica dei prezzi di alcuni prodotti di punta del consumo alimentare fuori casa. Da questo punto di vista almeno un dato è rassicurante: nel febbraio 2022 lo scontrino medio è salito solo del 3,3% rispetto a un valore generale dei prezzi aumentato del 5,7%. Il 56,3% di bar e ristoranti non prevede di rivedere a breve il rialzo dei propri listini prezzi.

L’emergenza occupazionale

È però il lavoro a permanere come l’emergenza più grave generata dal Covid: 193mila occupati in meno rispetto al 2019 e il 21% delle imprese lamenta di aver perso manodopera professionalizzata e formata. Per 4 imprenditori su dieci mancano candidati e competenze adeguate.

In questi due anni le imprese hanno subito una pesante perdita di capitale umano a cui occorre rimediare con la massima urgenza recuperando produttività ed attrattività. – conclude Stoppani – Senza produttività non si fanno investimenti, non si attraggono capitali e non si remunera meglio il lavoro. E senza attrattività non si investe nelle sue professioni, creando i problemi di reperimento del personale che le aziende denunciano. Ma quello che manca è una vera politica di settore che ne riconosca il valore per lo sviluppo del Paese. Su questo obiettivo concentreremo la nostra iniziativa e il nostro impegno.”