Duecento persone, oggi 15 marzo, sono scese in piazza per la giornata nazionale del fiocchetto lilla. Tanti gli studenti e le studentesse del progetto Chiedimi Come Sto, insieme alla Rete degli Studenti Medi e all’Unione degli Universitari. Tutti uniti davanti il ministero della Salute a Roma in una piazza colorata di palloncini lilla, il colore appunto per la giornata di oggi per fare luce su un problema poco discusso dal Governo. Tante le voci raccolte in un solo grido. Il grido silensioso riportato su uno striscione con scritto ‘Troppi ne soffrono, nessuno ne parla’ riferito al tema dei DCA, Disturbi del comportamento alimentare.

 

Cosa sono i DCA?

Non solo a Roma. In contemporanea si sono svolti flash mob e assemblee in tutto il Paese, da Milano a Palermo a Padova e Genova. I giovani hanno riportato i dati, diffusi dallo stesso ministero della Salute, sulla diffusione dei Disturbi Alimentari tra i giovanissimi, denunciando la poca consapevolezza che la società ha del tema.

Nel particolare, 10 adolescenti su 100 soffrono di un disturbo dell’alimentazione e con le chiusure imposte dalla pandemia c’è stato un +30% di nuovi casi. Si parla, nel concreto, di quasi 9000 nuovi casi ogni anno. I problemi, per gli studenti di Chiedimi Come Sto, sono diversi. Nella nota si legge che la scarsa conoscenza del tema, porta chi soffre di DCA ad isolarsi. Dall’altro lato, il Sistema Sanitario Nazionale prevede pochissimi percorsi specifici sul tema e i reparti specializzati sono concentrati perlopiù al centro-nord lasciando scoperta metà del Paese. I costi di un percorso di risoluzione, poi, hanno costi esorbitanti, con una media di circa 9mila euro.

 

Biancuzzi, Rete Studenti Medi: “manca una legislazione nazionale chiara sul tema”

Secondo Tommaso Biancuzzi della Rete degli studenti medi e Giovanni Sotgiu dell’Unione degli Universitari manca una legislazione nazionale chiara sul tema. “La società non si è ancora resa totalmente conto di quanto il malessere psichico sia diffuso oggi. Di conseguenza il Sistema Sanitario non prevede nulla o quasi per aiutare noi ragazzi e ragazze, i primi colpiti da una società che isola e esclude chi sta male. Oggi abbiamo voluto essere in piazza per accendere i riflettori sul tema e contribuire a rendere visibile uno dei tanti malesseri psichici, i disturbi alimentari. La verità è che stiamo male e questo sistema non ci dà nessuno strumento per stare meglio. Serve una psicologia diffusa e accessibile, a partire da Sportelli di Assistenza Psicologica funzionali nelle scuole e negli atenei, per poi ragionare di psicologia territoriale e di prossimità”.