Russia Italia e la guerra: “Stiamo partecipando a ponte aereo militare”. Lo afferma la Rete per il disarmo in una nota :”Fonti di stampa hanno dato notizia che due C-130J ‘Hercules’ dell’Aeronautica militare italiana sono partiti nei giorni scorsi dall’aeroporto di Pisa diretti allo scalo polacco di Rzeszow/Jasionka, a un centinaio di chilometri dalla frontiera ucraina. La rete degli spotter ha segnalato inoltre altri voli militari partiti dall’Italia”. Inizia così il comunicato della Rete italiana pace e disarmo.

Russia Italia e la guerra: “Stiamo partecipando a ponte aereo militare”

L’organizzazione prosegue: “Secondo una nostra ricostruzione, quello in corso sembra configurarsi come un vero e proprio ‘ponte aereo’ militare internazionale verso la base di Rzeszow, nella Polonia orientale, dove già dai primi di febbraio opera un comando logistico degli Stati Uniti.”

Deputati e senatori dovrebbero esercitare il diritto-dovere di controllo

Nella nota della Rete italiana pace e disarmo si legge ancora: “In considerazione dell’impiego di personale militare italiano nel trasporto di materiali militari per il conflitto in corso in Ucraina, tra Paesi non appartenenti alle alleanze militari che impegnano il nostro Paese, la Rete Italiana Pace e Disarmo, l’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa (Opal) e The Weapon Watch chiedono al Governo di comunicare al Parlamento tutte le operazioni in corso informando riguardo alle tipologie di materiali militari che vengono inviati in Polonia e i destinatari e utilizzatori finali ucraini di tali materiali militari. Invitano inoltre deputati e senatori a esercitare il diritto-dovere di controllo, attraverso apposite interpellanze, per essere informati dal Governo sulle attività militari che il nostro Paese sta compiendo e che possono configurare una partecipazione al conflitto in corso in Ucraina“.

La risoluzione del conflitto è possibile solo con la ‘neutralità attiva’

I firmatari dell’appello concludono dichiarando che “la risoluzione del conflitto è possibile solo con la ‘neutralità attiva’, attraverso tutti gli strumenti di diplomazia ufficiale e popolare, con la pressione internazionale, il disarmo, il sostegno alle forme di trasformazione nonviolenta dei conflitti, il superamento delle attuali alleanze militari, l’opposizione alla militarizzazione e soprattutto proteggendo le persone che sono le principali vittime di ogni guerra”.