Più volte nel corso del conflitto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva rivolto un appello alla Nato affinché istituisse una no-fly zone sui cieli del suo Paese. Oggi però la stessa organizzazione del patto atlantico ha risposto con un secco “No”.

Nato e no-fly zone: perché non verrà istituita

Il divieto di sorvolo di una zona territoriale è un gesto molto forte dal punto di vista internazionale, e già quando il Presidente ucraino Zelenksy ne aveva proposto l’istituzione, dalla Russia era arrivata una dura presa di posizione tramite il viceministro degli Esteri russo Alexander Grushko:

 “Nessuno può garantire che non ci saranno incidenti”.

Oggi il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha tolto ogni dubbio: la no-fly zone non verrà istituita:

“Gli alleati sono d’accordo che non dobbiamo avere aerei Nato operativi nello spazio aereo ucraino o truppe Nato nel territorio ucraino. Noi abbiamo attuato le più severe sanzioni di sempre, stiamo richiamando Putin a fermare questa guerra ma abbiamo la responsabilità di prevenire una escalation che vada oltre l’Ucraina

Il timore della Nato quindi è che questa misura possa portare ad un nuovo, ulteriore esacerbamento delle tensioni con la Russia.

Ma l’Ucraina non è l’unica Nazione a rischio

Secondo Stoltenberg infatti, la Nato deve impegnarsi di più a sostegno di altri Paesi che potrebbero essere presi di mira dalla Russia:

“C’è ampio accordo sul fatto che dobbiamo fare di più per sostenere la Georgia, la Bosnia e la Moldavia (intraprendendo) più attività a loro sostegno perché potrebbero essere a rischio, esposte a ulteriori interventi, sovversione e potenzialmente anche ad attacchi da parte delle forze armate russe”.