C’era un piano per uccidere Volodymyr Zelensky. Numero uno nella lista dei più ricercati dall’esercito russo, il Presidente dell’Ucraina era nel mirino di un vero e proprio commando, arrivato nel Paese solo con una missione: uccidere.

Un commando ceceno per uccidere Zelensky

La notizia viene riportata dal quotidiano Ukrayinska Pravda sul suo sito online, che ricostruisce con minuzia di dettagli quanto accaduto. Stando al Pravda infatti, il commando sarebbe stato composto da ceceni sotto il diretto comando del leader Ramzan Kadyrov. Lui stesso avrebbe ricevuto l’incarico da Vladimir Putin in un incontro risalente allo scorso 3 febbraio.

Il compito dei ceceni era ripulire Kiev, eliminare fisicamente e prevenire il lavoro preventivo con i leader ucraini.

Kadyrov avrebbe assegnato la missione a uno dei suoi uomini più fidati, Danylo Martinov: lui stesso avrebbe formato a Grozny (città russa vicina al confine con la Georgia) un commando che poi si sarebbe inserito nelle fila della Guardia Nazionale della Federazione Russa. Aspetto sul quale torneremo più avanti.

Le difficoltà e le perdite

La truppa d’assalto si sposta poi in Bielorussia e, insieme alle forze armate russe, il 24 febbraio entra in territorio ucraino. Successivamente, il gruppo si avvicina a un regimento di ceceni composto da 1.500 soldati e 250 mezzi. Eppure, dopo soli due giorni di battaglia, il team di Martinov subisce gravi perdite nella battaglia vicino all’aeroporto Antonov di Gostomel (nell’hinterland a nord-ovest della Capitale Kiev).

Il tradimento

Stando a quanto racconta il quotidiano ucraino, a segnalare alle forze di Kiev questo commando alla caccia della testa del Presidente Volodymyr Zelensy, sarebbe stata una fonte russa. Lo scambio di informazioni sarebbe avvenuto da parte di un ufficiale del servizio segreto di Mosca che, in aperto contrasto contro l’invasione dell’Ucraina, avrebbe rivelato la minaccia e il percorso che il commando stesso avrebbe percorso, oltre agli obiettivi dei soldati.

La Guardia Nazionale della Federazione Russa

Il gruppo di Danylo Martinov, che aveva l’obiettivo di uccidere Zelensky, era stato creato in seno proprio alla Guardia Nazionale della Federazione Russa. Si tratta di un ramo militare che non fa parte delle forze armate del Cremlino, ma che anzi risponde solamente al Presidente Vladimir Putin. Istituito il 5 aprile 2016, di questo gruppo fanno parte circa 350.000 soldati.

400 mercenari sulle tracce di Zelensky

Ma il commando ceceno non era l’unico sulle tracce del Capo dello Stato ucraino: secondo il britannico Times infatti anche 400 mercenari della Wagner (una compagnia paramilitare riconducibile al magnate Evgenij Prigozin, stretto collaboratore di Putin, ndr) operano in Ucraina per uccidere il Presidente Zelensky e “preparare” il terreno all’avanzata russa. Nel mirino dei paramilitari inoltre ci sarebbero altri 23 nomi, compreso quello del sindaco di Kiev Vitaly Klitscho e di suo fratello Wladimir. Secondo quanto ricostruito dal quotidiano inglese, il gruppo sarebbe giunto in Ucraina dall’Africa circa 5 settimane fa. La Wagner avrebbe dislocati, dallo scorso gennaio, circa 3.000 uomini.